Sport

Al Panathlon Crema
arbitri protagonisti

Si è parlato del movimento arbitrale lombardo e dei successi della sezione Aia “Cristian Bertolotti” di Crema ieri nel corso della conviviale Panathlon Club Crema alla presenza di Emilio Ostinelli, presidente del Comitato Regionale Arbitri della Lombardia e Annunziato Scopelliti, da tre mandati alla guida degli arbitri cremaschi.

Prima del focus sui direttori di gara il presidente Massimiliano Aschedamini ha ufficializzato l’ingresso di un nuovo socio, il montodinese Filippo Ruffoni che presto sarà protagonista lungo i pendii dell’Himalaya. “Gli arbitri possono sbagliare, perché l’occhio umano non arriva dove arriva la televisione”, ha esordito così Ostinelli, già arbitro di serie B, con all’attivo anche gare nella massima serie nonché componente della CAN D e C e con un passato anche del settore tecnico dell’AIA.

“Il calcio è un gioco o una play?”, si chiede il presidente regionale dell’AIA, perché se si parte da questa considerazione, allora l’arbitro può non esistere. Ma il calcio è uno sport e come tale c’è l’atleta e c’è anche l’arbitro e chi partecipa al gioco deve accettare la possibilità dell’errore. L’incontro promosso dal Panathlon è stato l’occasione per una fotografia del movimento lombardo e cremasco: circa quattromila i fischietti in Lombardia, dei quali 107 quelli associati alla sezione di via dei Carmelitani.

Centrale è il tema dell’educazione osserva il presidente Ostinelli, che ricorda certi comportamenti deprecabili di cui si rendono protagonisti alcuni genitori in occasione delle partite dei campionati giovanili: “Come si fa a insultare arbitri che sono dei ragazzini?”, si chiede il presidente, riportando il ragionamento sulla necessità di contribuire tutti ad una cultura sportiva, che parte proprio dai comportamenti responsabili di ciascuno.

“Noi tutti abbiamo una responsabilità sociale e dobbiamo essere in grado di cambiare poco a poco la cultura del calcio, perché non siamo un’entità estranea al calcio, siamo un ramo della Figc” conclude Ostinelli. Con Annunziato Scopelliti si è approfondita la situazione provinciale e locale in particolare: “Conosco questa realtà da 25 anni, e in questi anni siamo cresciuti molto, abbiamo due fratelli in C, 4 tesserati in D, prossimamente un altro in C ed il vanto per tutto il territorio rappresentato da Giorgia Riboli in D”.

Quanto alla nostra provincia, si è già detto dei 107 associati alla sezione cremasca, che ha Giovanni Ghezzi storico panathleta quale presidente onorario, ai quali si aggiungono i 130 di Cremona: “Sono circa 70 gli arbitri operativi in provincia, con un’età media di 29 anni ed una quarantina sotto i 21 anni”. Un dato molto positivo sottolinea Scopelliti, anche perché fare l’arbitro aiuta a crescere ragazzi e ragazze, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano e caratteriale, una crescita che si riflette anche nello studio.

Nel finale di serata, Ostinelli ha ricordato l’opzione del doppio tesseramento, che consente ai ragazzi di portare avanti la passione per il calcio giocando nelle categorie giovanili fino al compimento dei 19 anni e al contempo, poter anche arbitrare: “In Lombardia si registra il venti per cento dei doppi tesseramenti e questo contribuisce a far crescere la cultura sportiva e arbitrale, perché è il campo la migliore attività formativa”.

Ostinelli ha poi tracciato il percorso tipo che fa un arbitro per arrivare in A: “Dopo il corso a 15 anni e i passaggi dalla terza categoria fino all’eccellenza, l’eventuale promozione nella CAN D, la permanenza per 4 anni e via via i passaggi in C, fino ad arrivare in A tendenzialmente verso i 34 anni. “Gli ultimi due arbitri internazionali sono lombardi, delle sezioni di Seregno e Como ed hanno 34 anni. La Lombardia raccoglie i frutti di un lavoro portato avanti nel tempo” conclude il presidente.

 

Ilario Grazioso

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