Cultura

"Diventare artigiani della pace"
II cardinale Zuppi ospite a Crema

“Sono colpito e commosso dalla vostra numerosa presenza. Il fatto che siamo qui stasera, così in tanti, è perché abbiamo tutti bisogno di pace”.
Sono le prime parole pronunciate dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ospite per la prima volta a Crema, nella piccola Diocesi lombarda, per partecipare al corso “Per un’  Europa seminatrice di pace” tema scelto per l’ edizione 2023 – 2024 della scuola di educazione alla politica Europa 2.0.

 

L’ incontro, per l’eccezionalità dell’ ospite, si è tenuto nella chiesa di San Bernardino – Auditorium Bruno Manenti, anziché nella consueta sala Alessandrini ma la capienza della chiesa, gremita oltre misura, non è stata sufficiente a contenere la marea di gente venuta ad  ascoltare la riflessione sulla pace del cardinale di Bologna. Ad introdurlo, il vescovo Daniele Gianotti, che mai in 7 anni aveva visto la chiesa così piena, sottolineando  come fosse un grande onore, per la nostra diocesi, ospitare un personaggio di tale caratura, a cui papa Francesco ha affidato la delicata missione di mediazione nella guerra in Ucraina. Dopo i saluti del sindaco di Crema, Fabio Bergamaschi, è toccato al presidente della Commissione diocesana per la Pastorale sociale e del lavoro, Angelo Marazzi,  contestualizzare l’  intervento del presidente della CEI. Rientra nell’ambito della scuola di educazione alla politica Europa 2.0, promossa da diverse realtà del mondo cattolico e laico per un impegno in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, perché l’ Europa può giocare un ruolo importante nella ricerca e costruzione della pace.

 

La riflessione del cardinale Matteo Zuppi parte proprio dalla preoccupazione e dalla consapevolezza,  condivisa anche da papa Francesco, di una guerra mondiale diffusa, tanti pezzi di guerra mondiale. Una consapevolezza di cui bisogna tenere conto nelle prossime elezioni europee.
L’ Europa è nata dalle ceneri delle due guerre mondiali, nasce da quella tragedia. I padri fondatori dell’Europa non hanno pensato ad una tregua ma ad una vera pace. Sono stati dei costruttori di pace perché avevano visto e vissuto la tragedia della guerra. Il ripudio della guerra era frutto di ciò  che era successo, di quello che avevano visto. “Dobbiamo vederlo di nuovo per ripudiare l ‘abisso ?” si chiede provocatoriamente il cardinale davanti ad una platea attenta e alla ricerca di risposte dopo il senso di smarrimento provato in questi giorni, travolti da un escalation bellica che fa paura.

 

“Bisogna essere artigiani della pace – prosegue il cardinale – come i padri fondatori dell’ Europa, che l’hanno costruita perchè consapevoli di quello che aveva causato la guerra. Siamo chiamati ad essere, tutti, nessuno escluso, artigiani della pace. Non è facoltativo; perché la pace è il più grande valore che esista, senza il quale è a rischio l ‘intera umanità. La pace richiede una manutenzione e questa manutenzione è responsabilità  di  tutti: mettere le premesse perché la pace duri. La generazione che ha vissuto la guerra aveva chiarissimo che la terza guerra mondiale sarebbe stata l’ultima per la capacità distruttiva aumentata”.

Questi pezzi della guerra mondiale ci chiedono una cosa sola: rafforzare la manutenzione della pace. E’ quello che, con insistenza commovente, continua a fare papa Francesco. La guerra è sempre una sconfitta. Non si stanca mai di chiedere di fermare le armi, di pregare e di chiedere la pace.

 

Il cardinale Zuppi sceglie di terminare la sua riflessione sulla pace con una citazione di Paolo VI scritta nel 1970: “La guerra  non è inevitabile, così come non lo è stata la schiavitù, l’analfabetismo, il razzismo, le caste sociali. Tutti condizioni superate e risolte. Bisogna riuscire a bandire la guerra. Bisogna scuotere i pregiudizi secondo cui la forza e la vendetta siano il criterio di regolazione dei rapporti umani; che ad un’ offesa ricevuta bisogna rispondere con un’ altra offesa. Non è il modo per risolvere i conflitti. Non è utopia; è progresso. La buona creanza dell’ umanità lo esige. La pace è un dovere personale, responsabilità di tutti“.

 

Sabrina Grilli

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