Cronaca

68enne cremasco violentato in
stazione: 24enne condannato

Un 24enne tunisino residente a Cremona è stato condannato a cinque anni di reclusione per rapina, violenza sessuale e danneggiamento. Il giovane, assistito dall’avvocato Alessio Romanelli, è stato processato con il rito abbreviato davanti al gup. Vittima, un cremasco di 68 anni. La vicenda risale alla notte del 9 ottobre dell’anno scorso nel piazzale della stazione ferroviaria di Cremona. Secondo l’accusa, approfittando del buio e della zona, in quel momento deserta, il tunisino ne avrebbe approfittato, sottraendo il telefono al cremasco.

A quel punto il giovane avrebbe afferrato l’italiano per le spalle, l’avrebbe spinto a terra, mettendosi sopra di lui a cavalcioni con l’intento di immobilizzarlo, e gli avrebbe rubato lo smartphone del valore di circa 150 euro. Rapina con tre aggravanti: quella di aver commesso il fatto nei confronti di persona di età superiore ai 65 anni, di aver approfittato di circostanze di tempo, e cioè in orario notturno, e di luogo, il piazzale ferroviario della stazione deserto, tali da ostacolare la privata difesa e di averlo rapinato per commettere la violenza sessuale. “Se rivuoi il telefonino…”, gli avrebbe detto, ricattandolo. Nel piazzale, il 68enne sarebbe stato costretto a subire passivamente un rapporto sessuale.

Infine il reato di danneggiamento. Quella notte erano intervenuti i carabinieri e il tunisino era finito nella camera di sicurezza del comando provinciale dell’Arma. Nella “camera dei fermati” aveva preso a calci e a testate la porta, danneggiandola.

Dopo la lettura della sentenza, il giovane, che in tribunale è stato accompagnato dal padre, si è disperato, piangendo e sbattendo la testa contro il muro. “Non è vero niente”, si è difeso. Il ragazzo ha raccontato di essere arrivato in stazione dopo il lavoro (ha un impiego nell’edilizia), di essersi intrattenuto con dei parenti e di avere bevuto. Il cremasco, lo conosceva di vista. “E’ uno che bazzica in stazione”, ha detto. “Gli ho chiesto di prestarmi il telefono perchè il mio era scarico. Dovevo chiamare mio padre. E lui mi ha fatto una proposta sessuale, mi ha toccato, e a quel punto ho reagito, l’ho spinto e gli sono andato sopra, ma solo con l’intento di bloccarlo.

La presunta vittima aveva testimoniato in aula, dando la versione contraria, ma non si è costituito parte civile.

Sara Pizzorni

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