Economia

Transizione della mobilità,
l'elettrico non è l'unica soluzione

Alla Vhit di Offanengo si è svolta una conferenza in merito alle possibili soluzioni green del futuro nel settore dell’Automotive

Pluralità tecnologica, soluzioni flessibili nella ricerca e una maggiore garanzia di investimento per l’impresa. Sono questi i principali punti cardine indicati dall’Osservatorio Nazionale di Federmeccanica, presieduto dal CEO di Vhit Graziano La Forgia, insieme ai relatori Paolo Cuniberti e Luca Beltrametti, nella conferenza sulla sensibilizzazione del futuro del settore dell’Automotive, insieme alla partecipazione dell’eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini.
“Il tema della transizione della mobilità è molto complesso. L’obiettivo è dare dei punti di ragionamento sui quali riflettere e della necessità di avere una politica nazionale a supporto di essa”. Spiega l’ing. La Forgia, sottolineando l’importanza di dare ascolto alla richiesta d’impresa in merito alla possibilità di fornire più strade per garantire una sostenibilità tale, da poter raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni, mantenendo la libertà di muoversi verso altre tipologie di soluzioni, come i biofuels o l’idrogeno, senza essere costretti a puntare solo ed esclusivamente sull’elettrico, una tecnologia valida ma non per forza l’unica a dominare la scena nel futuro della mobilità.
Una lotta che accomuna datori di lavoro e sindacati dei lavoratori del settore, per ragionare insieme sulle esigenze necessarie a creare un futuro sostenibile, in cui si possa scegliere la soluzione migliore attraverso una libera concorrenza di materiali, utili a creare dei prodotti ampiamente compatibili con l’ambiente.
Un auspicio che si augura proprio l’Eurodeputato Salini, sottolineando come le norme europee stiano tradendo il principio della neutralità tecnologica: “Limitando ad una tecnologia il modello di sviluppo, si riduce il potenziale della ricerca. Riducendo la libertà tecnologica, nel tempo si ridurranno le qualità ambientali delle soluzioni individuate. Questa competizione serve per crescere. Sostenendo dunque questo modello, mettendo a confronto il motore elettrico con quello termico, o altri tipi, avremmo due risultati: da un lato un ambiente più pulito; e dall’altro un sistema economico più maturo”.

 

Riccardo Lionetto

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