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Ricordo Ramelli, Frassinetti: “Contestazioni da 60enni fuori tempo”

(Adnkronos) – “Le contestazioni di questa mattina sono opera di trenta sessantenni che evidentemente hanno azionato la macchina del tempo: si è dissociata perfino l’Anpi. Ho anzi trovato la rappresentanza degli studenti, tutti molto contenti, ai quali ho raccontato un po’ la storia di Sergio. E’ venuto anche Bruno Tinelli, una presenza significativa la sua, importante bellissima. Con lui individuerò la data in cui commemorare il fratello Fausto perché nessun ragazzo possa più essere ucciso per colpa dell’odio politico”. Lo dice all’Adnkronos Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione, commentando le polemiche sollevate dalla deposizione dei fiori sotto alla targa di Sergio Ramelli nella scuola dove il giovanissimo esponente di Msi andava. 

“A chi stamattina è venuto a contestare voglio dire che è assurdo non fermarsi nemmeno davanti alla morte di un ragazzo di 18 anni. Vuol dire che sono rimasti veramente con la macchina del tempo. Mi auguro che quegli anni in cui l’odio implacabile portava agli omicidi siano definitivamente tramontati – continua – E’ il motivo del mio gesto simbolico, perché non succeda mai più. Oggi ho detto che è giusto far politica a scuola, che secondo me è anche formativo, ma nel rispetto delle idee di tutti. Quando si comincia a dire che uno non può parlare si arriva alla discriminazione e all’intolleranza”. 

BRUNO TINELLI – “Alla commemorazione di Sergio Ramelli c’ero anche io oggi, è vero. Per quanto mi è possibile vado alle ricorrenze di ragazzi morti ammazzati, indipendentemente da partiti e colori. Lo faccio in maniera molto defilata, perché rispetto il dolore dei familiari. Provo dispiacere, perché so cosa prova un familiare. Che sia di destra o di sinistra, è sempre un ragazzo morto ed è la famiglia che convive con il dolore. So cosa si prova, so che il dolore lo si porta dietro finché si vive: per questo vado. Mi sembrava giusto e rispettoso” dice all’Adnkronos Bruno Tinelli, fratello di Fausto, ammazzato a 18 anni come Ramelli il 18 marzo di 45 anni fa insieme a Lorenzo “Iaio” Iannucci davanti al centro sociale “Leoncavallo”, a Milano.  

“Non condivido le contestazioni, ognuno è libero di fare ciò che vuole ma sempre entro i limiti della decenza e dell’educazione. Mi scoccerebbe parecchio se succedesse il contrario – aggiunge – se qualcuno venisse davanti alla scuola di mio fratello nel giorno della commemorazione a gridare o protestare. I genitori di Ramelli non ci sono più, altri familiari sì. Mi metto nei loro panni e determinate cose fanno male. Mia mamma ha 86 anni e ancora oggi, ogni giorno, parla di mio fratello. Nell’armadio ha i suoi vestiti. Dopo 45 anni si impara a convivere col dolore, ma non lo si supera e logora. E’ un dolore uguale, sempre, al di là della politica e dei dolori”. 

(di Silvia Mancinelli) 

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