Cronaca

IML verso la chiusura: sabato il
presidio, poi la cassa integrazione

Non prende una buona piega la vicenda legata all’azienda IML di Offanengo, sempre più prossima alla chiusura. L’attività produttiva, infatti, è ormai quasi completamente ferma, con la maggior parte dei dipendenti costretti alle ferie forzate.

Per questo motivo oggi si è tenuta un’assemblea con le organizzazioni sindacali per comprendere al meglio quali saranno gli sviluppi di una situazione che ormai sembra essere piuttosto chiara. Presenti a Offanengo per questo motivo Paolo Piloni di Fiom-Cisl e Giovanna Gaudenzi di Fim Cisl.

I sindacalisti Piloni e Gaudenzi

Dei circa 80 dipendenti in questo momento stanno ancora lavorando circa 20 persone, che termineranno la produzione degli ultimi prodotti. Al termine della produzione resterà attiva solo la parte commerciale per vendere gli articoli e generare liquidità per pagare gli stipendi e la liquidazione di quei lavoratori che riusciranno a trovare un nuovo posto di lavoro.

Vista la drammatica situazione, i dipendenti hanno scelto di far sentire la propria voce tramite un presidio, organizzato per sabato 18 marzo davanti all’azienda dalle ore 10 alle 12.

IML è un’azienda storica per il territorio cremasco, dal 1947 è un vero e proprio punto di riferimento per la produzione di articoli rivolti al settore cartotecnico. I vertici aziendali hanno avuto un confronto con le organizzazioni sindacali, annunciando la richiesta fatta per una cassa integrazione straordinaria per cessata attività produttiva.

“E’ stata un’assemblea difficilissima con molta tensione e partecipazione – spiega il sindacalista Piloni – la preoccupazione è forte per il futuro, non si aspettavano che l’azienda arrivasse a questo. L’azienda deve aiutare i lavoratori che verranno messi in cassa integrazione, ma è normale che ad un certo punto finirà anche l’ammortizzatore sociale”.

“Abbiamo parlato con l’azienda la scorsa settimana, ci ha segnalato tutte le problematiche e abbiamo proposto un accompagnamento, visto che non è possibile mantenere aperta l’attività in maniera definitiva – sottolinea Gaudenzi – E’ stata fatta una richiesta alla Regione per gli ammortizzatori sociali. E’ necessario seguire i lavoratori per una riqualificazione in base alle esigenze del territorio”.

Nel pomeriggio di oggi è arrivato anche un commento di Matteo Piloni, consigliere regionale del Partito Democratico: “Data la criticità a livello sociale e occupazionale, con le ricadute su decine di famiglie, ho inviato una segnalazione alla direzione generale Formazione e Lavoro, per segnalare prontamente la situazione e chiedere che i diritti dei lavoratori siano tutelati in ogni passaggio, mettendo a disposizione tutti gli strumenti nella disponibilità di Regione Lombardia”.

Simone Guarnaccia

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