Cronaca

"Senza industria l'Italia sparisce,
ora un lavoro di squadra per Cremona"

Alla Fiera di Cremona l'annuale assemblea dell'Associazione industriali di Cremona. La relazione del presidente Stefano Allegri si è focalizzata sui temi dell'energia, della transizione ecologica, del debito pubblico e dell'Associazione temporanea di scopo per concretizzare finalmente i contenuti del Masterplan 3C

“Transizione al futuro” è il tema dell’annuale assemblea dell’Associazione industriali di Cremona, al quartiere fieristico cremonese. Ospiti dell’organizzazione di piazza Cadorna, Paolo Scaroni, uno dei più importanti manager italiani già amministratore delegato di Enel ed Eni, ed il filosofo Umberto Galimberti per riflettere sul tema “L’uomo nell’età della tecnica”, con la moderazione di Jole Saggese, caporedattore e conduttrice Class CNBC.

“Giornate come oggi – ha detto nella sua relazione il presidente Stefano Allegri – sono necessarie per evidenziare l’importanza dei corpi intermedi; il nuovo governo dimostra la necessità di collaborare e dialogare con gli enti di rappresentanza: noi ci siamo e vogliamo dare il nostro contributo”.

Allegri è partito da un’analisi della situazione attuale, particolarmente complessa. “Gli indicatori economici – ha detto – fino a qualche mese fa ci avevano incoraggiato: dall’inizio del 2021 fino a metà 2022, il Pil è cresciuto del 7.9%, più di quello tedesco, francese e cinese; da informazioni di questi giorni, il nostro Pil conferma una crescita a 3,9% nel 2022, grazie al contributo del turismo; l’export è cresciuto ed oggi è a livelli record; siamo diventati il paese leader nelle grandi nicchie del mondo; le nostre aziende piccole, medie e grandi, ovvero dai 20 dipendenti a crescere, sono caratterizzate da elevata produttività, superiore a quella tedesca, con un’accelerazione dovuta al piano 4.0. Per quanto riguarda la pandemia – ha proseguito – il nemico comune, che aveva colpito ogni angolo del mondo, è stato vinto da una reazione generale: nel momento di grandissima emergenza, l’uomo ha saputo opporsi facendo affidamento alla sua conoscenza, alla tecnologia ed alla medicina”.

Ma su questo scenario di ripresa, ha spiegato il presidente degli industriali cremonesi, si è abbattuto il conflitto bellico in Ucraina “che ci ha rigettati indietro nel tempo, ad anni bui che speravamo sepolti nei ricordi della storia: assistiamo ad una guerra caratterizzata da tutte le atrocità peggiori che ha saputo mettere in atto l’uomo nei secoli: questa guerra rappresenta uno spartiacque che inciderà sui rapporti tra i paesi del mondo; oggi, e senza veli, si confrontano le visioni proposte da un modello democratico e da un modello autoritario”.

Proprio in questo momento, in cui servirebbe maggiore unità tra i paesi dell’Ue, “l’Europa è divisa – ha detto ancora il presidente – e gli Stati membri si avvantaggiano di situazioni derivanti da scelte politiche locali; invece un punto di arrivo deve essere rappresentato da una reale politica comune in ambito di energia, perché abbiamo condiviso le sanzioni alla Russia, ma siamo divisi sulle conseguenze che queste portano ai singoli Paesi, creando condizioni di competitività differenti”.

La questione energetica resta chiaramente centrale per il mondo industriale “perché è la precondizione di ogni economia, regola ed alimenta il tessuto produttivo, e permette lo sviluppo della società”. E questo tema è strettamente correlato con quello della transizione ecologica, perché oggi dobbiamo affrontare anche un’emergenza climatica. “Voglio essere molto chiaro – ha detto ancora Allegri – sul fatto che siamo assolutamente tutti d’accordo sulla salvaguardia ambientale, sul contenimento del surriscaldamento globale e sul fatto che questo lo si deve raggiungere attraverso la decarbonizzazione, iniziando dai processi industriali; la questione riguarda però i tempi ed il metodo, con cui l’Europa ha pensato di approcciare la transizione ecologica.
Il principio di neutralità tecnologica che vuol dire valutare tutte le opzioni tecnologiche realmente disponibili senza influenze ideologiche dovrebbe essere un punto fermo alla base di una transizione così impattante per l’economia ed il mondo intero – ha aggiunto -, mentre quello proposto è un modello dogmatico, che si basa su un pregiudizio ideologico e che rischia solo di farci deragliare, perdendo tempo prezioso senza permettere un reale percorso di miglioramento”.

L’imprenditore è entrato nello specifico spigando come entro il 2035 potremo immatricolare solo auto a zero emissioni, ma “non viene spiegato che fin da subito si stanno distruggendo migliaia di posti di lavoro, quando potrebbero invece essere tutelati da un’impostazione differente, sebbene tendente allo stesso risultato, e magari rispettando le stesse tempistiche; non viene spiegato che stimiamo di non avere abbastanza gas per produrre nemmeno l’energia che ci serve oggi, immaginiamoci se avessimo anche un significativo parco di auto elettriche da alimentare; non viene spiegato che andremo a regalare la mobilità europea alla Cina, fornitore monopolista di litio”.

Venendo al nostro paese, Allegri ha voluto rimarcare come sia fondamentale per l’Italia una politica energetica seria, superando tutti i “no” del passato: alle trivelle, ai gasdotti, ai termovalorizzatori, ai rigassificatori. Questo passaggio è fondamentale anche per lottare contro l’inflazione che oggi ha raggiunto l’11,9%. “Abbiamo in questo momento la prospettiva di un governo stabile – ha detto ancora il presidente -, con caratteristiche di poter durare: e non è una cosa scontata per un paese come il nostro che dal 1948 ad oggi, ha visto in XIX legislature alternarsi 68 governi, guidati da 31 presidenti del Consiglio: la stabilità, infatti, è un fattore fondamentale per poter pianificare e realizzare riforme efficaci, per poter instaurare un confronto proficuo con la società e soprattutto dare vita ad una visione di sviluppo duratura”.

Per superare il grave problema del debito pubblico, gli industriali cremonesi chiedono che non si ricorra ad un aumento delle tasse, bensì a politiche per incentivare la crescita: “Non siamo favorevoli ad un debito scellerato legato ad una spesa senza logica, fatta di bonus, o di facili erogazioni di redditi di sostegno non collegati al lavoro e molto utili al momento elettorale; questo approccio non ha nulla a che vedere con una seria lotta alla povertà, che invece sosteniamo con forza, ed ha come unica conseguenza la creazione di un’eredità senza scampo destinata alle nuove generazioni”. Nasce da qui un richiamo “ad un patto per il sistema manifatturiero ed imprenditoriale in generale, perché, se anche lo Stato farà la sua parte, possiamo essere decisivi nel dare un’accelerazione a questo denominatore”.

Le imprese vanno messe quindi al centro dell’azione politica perché  “senza industria l’Italia sparisce”.

Per quanto riguarda Cremona, ha detto Allegri, è ora di lavorare finalmente tutti insieme per andare nella stessa direzione: “Come associazioni di categoria, artigianato, commercio, agricoltura e industria, abbiamo recentemente scelto di dare un segnale di coesione, creando un tavolo di coordinamento che abbiamo chiamato Assieme con l’obiettivo di dare seguito ai progetti individuati nel Masterplan 3C, ormai noto nei contenuti anche ai muri di questa fiera; affermare il posizionamento del nostro territorio a livello regionale; offrire alla politica locale una visione coesa e non frammentata per lo sviluppo del nostro territorio. Adesso – ha aggiunto -, serve che l’Associazione Temporanea di Scopo, strumento per attuare il Masterplan 3C, decolli davvero; questo progetto lanciato nel 2019, non è un capriccio della nostra associazione. Pensare ad un processo articolato di sviluppo che va dalle infrastrutture al lavoro, alla formazione di tutti i livelli, dalle università all’ITS – ha continuato -, è di interesse per tutta la nostra comunità: ci auguriamo davvero che non si perda altro tempo e, soprattutto, che le amministrazioni si rendano disponibili ad un lavoro di squadra perché procedere in ordine sparso non è più ammissibile”.

In conclusione, il presidente ha voluto evidenziare ancora una volta la mancanza di infrastrutture adeguata per il nostro territorio e l’assenza di rappresentanti politici cremonesi nella giunta regionale, una mancanza che dovrà essere colmata. Allegri si è detto comunque ottimista per il prossimo futuro anche perchè, ha detto citando il Cavalier Giovanni Arvedi, “non ho mai visto un pessimista avere successo”.

“Siamo un paese che invecchia – ha concluso -, viviamo di rimpianti e recriminazioni, litighiamo spesso sul passato invece di confrontarci sul futuro ma non ci lasceremo andare allo sconforto: le nostre imprese hanno saputo trovare in loro stesse, nella qualità, nel rischio, nella silenziosa innovazione quotidiana, i meccanismi di difesa e di autorigenerazione; dovremo portare avanti il Pnrr non tanto per le risorse economiche, bensì per lo stimolo a realizzare le riforme necessarie a migliorare la nostra società; dunque, guardiamo al futuro con coraggio, perché il futuro si può subire, attraversare o invece progettare”. g.lo.

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