Cronaca

Il lavoro al Rotary Pandino:
si parla di sicurezza e prevenzione

Un’occasione per approfondire un argomento delicato quanto importante, qual è quello degli infortuni sul lavoro e della prevenzione, in occasione della 43esima Settimana Europea della salute e sicurezza sul lavoro. È stato questo il focus della conviviale del Rotary Club Pandino Visconteo, che ha ospitato la relazione della dottoressa Anna Firmi, responsabile del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di ATS Valpadana. Un intervento che la dottoressa Firmi ha interpretato con passione e chiarezza espositiva, visto la consolidata esperienza nella direzione della struttura complessa di ATS Valpadana, che opera nei territori delle Asst di Crema, Cremona e Mantova: un’esperienza sul campo unita ad altri incarichi, tra i quali, dal 2012 anche la docenza di medicina del lavoro all’Università di Milano. Alla serata introdotta dal presidente del club pandinese Fabiano Gerevini, hanno partecipato oltre ai soci del club, i rappresentanti del Rotary Cremasco San Marco (Alfredo Ferrari) e del Rotaract Terre Cremasche (Francesca Caravaggio).

“La mia presenza qui – ha esordito la dottoressa Firmi – consente di realizzare quello che la prevenzione deve fare, una rete partecipata, dove ognuno possa dare il contributo nel rispetto del proprio compito”. Per la dottoressa Firmi, che per il suo ruolo è anche ufficiale di polizia giudiziaria, “quando si verifica un infortunio significa che la prevenzione è venuta meno, e non ci si può abituare mai, perché è una sconfitta, che dipende da una causa violenta, ed ha ripercussioni immediate sulle persone, la società, le famiglie”. Sviste, distrazioni, leggerezza, contesto, parole chiave contenute in un breve video proiettato in sala, e realizzato nell’ambito di un progetto del Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (Dors), che vuole trattare in forma narrativa le “storie di infortunio” (https://www.storiedinfortunio.dors.it/) e di cui si è parlato recentemente anche in un incontro formativo con l’assessore Letizia Moratti: parte da questo l’intervento della dottoressa Firmi, per la quale l’improvvisazione è uno dei rischi maggiori ed è fondamentale fornire qualche raccomandazione in ordine alla necessità di prestare attenzione alla prevenzione, che è un qualcosa che si costruisce nel tempo, a partire dai banchi di scuola.

“La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro è materia penale, e noi dobbiamo intervenire nell’immediato quando si verificano gli infortuni, l’unico interlocutore è la Procura, occorre recuperare la dinamica e vedere se ci sono responsabilità in capo a qualcuno”, osserva la dottoressa Firmi. Ma la prevenzione va attuata considerando una serie di elementi, dal clima di lavoro, al senso di appartenenza dei lavoratori, alla sicurezza, quale patrimonio dell’intera azienda, dai datori di lavoro ai lavoratori, perché i datori di lavoro devono vivere in prima persona il tema della salute e della sicurezza all’interno della loro organizzazione. Certo, ci sono le figure di sistema che forniscono il loro supporto, ma il datore di lavoro, in primis deve conoscere quello che succede nella sua azienda, perché il binomio salute e sicurezza, parte dalla conoscenza da parte del datore di lavoro di quello che succede in azienda. “Formazione e addestramento sono aspetti fondamentali” dice la responsabile del Dipartimento di ATS, e deve essere specifica e contestuale, in quanto i rischi sono diversi. Non basta fermarsi ai titoli, ma occorre verificarne le competenze e verificare se la mansione assegnata al singolo lavoratore è compatibile con il suo percorso, fa notare la dottoressa Firmi.

Altro elemento da evidenziare è rappresentato dal tempo: dall’edilizia all’agricoltura, alla meccanica, se un’operazione per essere eseguita deve essere fatta in un certo modo, bisogna seguire le indicazioni, aggiunge la dottoressa Firmi, per la quale le diverse figure, dal datore di lavoro, al medico competente, ai Rls, devono ragionare insieme, non per elaborare un documento di valutazione dei rischi che deve soddisfare formalmente l’adempimento dell’obbligo di vigilanza. Quale spunto per ulteriori riflessioni, la dottoressa Firmi offre ai presenti qualche dato riferito a questo territorio: fino allo scorso settembre, sono state 302 le deleghe di infortunio in Ats Valpadana, 63 le malattie professionali, 6 gli infortuni mortali 3, nell’area di Cremona e 3 in quella mantovana. Anche in questo campo, la dottoressa introduce l’elemento dei Lea (livelli essenziali di assistenza), specificando che le iniziative messe in campo sono diverse: “Copriamo il 5 % delle 34030 aziende del territorio, partendo da un’attenta analisi di contesto, che considera la tipologia delle attività, l’azienda, i rischi del comparto di appartenenza” ha concluso la responsabile del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria.

Ilario Grazioso

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