Politica

Regionali 2023, Piloni apre ai 5Stelle
Degli Angeli: "Impossibile". Lena: "Lascio"

La crisi di governo avrà ripercussioni anche sulle elezioni regionali in Lombardia, previste per la primavera 2023. Giù qualcosa si era mosso, con la candidatura di Letizia Moratti alla guida di un nuovo schieramento centrista – ancora da far nascere – in alternativa a Fontana, candidato ufficiale della Lega (per il momento). Adesso gli echi della campagna elettorale per le Politiche irrompono prepotentemente negli scenari per le Regionali.

 MATTEO PILONI, PD -Tant’è che circola l’ipotesi che la Lega stessa vorrebbe sfruttare il traino delle Politiche inducendo Fontana a dimettersi anzitempo per unificare le due consultazioni il 25 settembre. “E’ una tentazione, non credo che questo avverrà”, afferma il consigliere Democratico Matteo Piloni “ma è comunque qualcosa che la dice lunga su come si intendono le istituzioni”.

Di certo, per il consigliere cremasco lo scenario nazionale non è riproducibile esattamente per le regionali: “In questi anni di opposizione è stato fatto un lavoro comune, che negli ultimi mesi ha dato dei risultati. Lo dice uno che ha coordinato per 3 mesi il tavolo della coalizione che ha avuto il merito di ragionare sui temi. Temi sui quali ci si è trovati d’accordo sul 90% delle proposte che servono alla nostra Regione. Se la Politica è ancora capace di stare nel merito delle questioni, mi sembra una questione da non sottovalutare, per costruire una alternativa ad un centrodestra che in più di vent’anni di Governo ha rallentato la nostra Regione, e che negli ultimi anni ha fatto i disastri che tutti conosciamo: la gestione della pandemia, lo squilibrio tra sanità pubblica e privata, i treni sempre in ritardo, l’incapacità di spendere i soldi per le famiglie, le imprese e gli investimenti, la sottovalutazione della crisi climatica, solo per citarne alcuni”.

La porta, insomma è più che aperta a un accordo con i 5 Stelle: “Conosco molti consiglieri lombardi di M5S che hanno dimostrato in questi anno impegno e serietà. Certo, non tutti. Ma se la differenza la fanno ancora le persone, in Regione credo che qualche differenza possa esserci. Sempre che si stia nel merito delle questioni”.

Diverso il discorso per le Politiche: “Chi ha avuto la responsabilità di fare cadere il Governo Draghi è difficile che si possa alleare con il Pd che ha fatto di tutto per poterlo sostenere e farlo proseguire, al fine di evitare una campagna elettorale in piena estate. Serviva un governo a pieni poteri per affrontare l’autunno e portare al termine la legislatura. Questo non è avvenuto, le responsabilità sono chiare, i 5 stelle hanno aperto la crisi, è sfuggita loro di mano, il centrodestra ne ha approfittato per un proprio tornaconto elettorale alla faccia dei problemi dei cittadini”.

Quanto a una possibile ricandidatura: “In questi anni ho provato a fare la mia parte. Non sono abituato nè per stile nè per carattere ad autocandidarmi. La mia comunità politica sa che la mia disponibilità c’è. Mi piacerebbe proseguire per portare a termine i progetti iniziati. E vorrei farlo in maggioranza”.

MARCO DEGLI ANGELI, M5S – Va giù piatto l’esponente pentastallato, attivissimo in  questi cinque anni di governo di centrodestra a trazione leghista in Lombardia, ma in questa fase concentrato sulle imminenti Politiche, tant’è che glissa su una sua possibile ricandidatura a palazzo Lombardia: “In ottica Regionali 2023 è evidente che una alleanza con il Pd non è possibile.

 Il Pd ha dichiarato di sostenere l’agenda Draghi anche al Pirellone. Un’agenda che prevede i rigassificatori, gli inceneritori, infrastrutture inutili, più logistiche e meno diritti per i lavoratori. Una proposta politica, all’insegna del greenwashing, che è l’antitesi della nostra”, una “‘pennellata’ verde sopra vecchie  tecnologie, verso il Medioevo dal punto di vista energetico”.
“Le nostre priorità hanno l’obiettivo di mettere al sicuro i più deboli e le famiglie in difficoltà.
Noi continueremo il dialogo con le altre forze che condividono con noi queste priorità”.

Le nomina tutte, le stesse che da quando è stata fatta mancare la fiducia in Senato vengono ripetute da Conte: salario minimo, integrazione salariale, fondi per l’emergenza della povertà energetica, chiarezza per i futuri pensionati che si ritroveranno a fare i conti con la legge Fornero, contrasto al lavoro precario, riduzione della pressione fiscale a carico delle piccole/medie imprese, dilazione delle cartelle fiscali.

Nemmeno sulla transizione energetica secondo degli Angeli si può trovare un accordo: “La programmazione energetica deve partire dai principi di equità, etica e accessibilità e non può prescindere dall’utilizzo di fonti rinnovabili e veramente sostenibili, a partire dalle comunità energetiche fotovoltaiche che consentono una produzione ed un consumo equo e solidale”.
“Noi ci contrapponiamo a due blocchi, diversi negli aggettivi, ma uguali nella sostanza, che vogliono governare con i Masterplan scritti da Confindustria e che tolgono ogni controllo pubblico alle scelte strategiche dei nostri territori”.

FEDERICO LENA, LEGA – Le Politiche sono una cosa, le Regionali un’altra, anche se le prime hanno tradizionalmente fatto da traino all’esito delle seconde, afferma il consigliere leghista al suo secondo mandato in Regione.

 “Il candidato ufficiale della Lega è Attilio Fontana, è stato ribadito anche nell’ultimo incontro che abbiamo avuto con il nostro segretario regionale”. Ma aggiunge subito: “Poi i partiti ad alto livello si metteranno d’accordo. So che potrei essere smentito perchè la politica è fatta così, è fluida … però Fontana è il nostro candidato attualmente e non credo che un presidente uscente possa essere messo da parte così”.

In una Regione da decenni governata dal centrodestra, il consigliere soresinese, leghista della prima ora, ritiene che il suo percorso politico personale sia concluso e in questo si potrebbe vedere anche la fine di un’epoca per il partito che con Umberto Bossi raggiunse il massimo del consenso al nord e che oggi è offuscato dall’ascesa della destra di Giorgia Meloni: “Ad oggi – ci dice dall’aula del Consiglio regionale dove si sta discutendo il Bilancio – penso proprio che sia arrivato il tempo che qualcuno di più giovane possa fare strada e rappresentarci. In 30 anni la Lega è cambiata parecchio, siamo partiti a spron battuto su federalismo e autonomia, erano due degli argomenti che mi avevano spinto a fare politica anni fa. Adesso queste questioni ci sono ancora ma sono un po’ annacquate. E poi è il modo di far politica che è cambiato, una volta c’era il rapporto personale, adesso si fa politica sui social. Non mi sento superato in questo, ma capisco che è tempo di lasciare spazio a qualcun altro”. gbiagi

 

 

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