Economia

Mercato del lavoro, effetto
guerra anche in provincia

Dallo studio sui dati dell’andamento del mercato del lavoro dai dati del sistema Sistal di Regione Lombardia, emerge nel mese marzo 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, il seguente quadro: le proroghe sono aumentate passando 1343 nel 2021 ai 1429 nel 2022 con un aumento del 6,4%; le cessazioni sono passate dalle 2793 unità del 2021 ai 3883 del 2022 per un aumento del 39%. Le assunzioni sono incrementate passando da 3005 del 2021 ai 3723 del 2022 con un aumento del 23,9%; le trasformazioni sono aumentate da 234 del 2021 a 458 nel 2022 pari ad incremento del 95,7%; Il saldo fra assunzioni e cessazioni è negativo e segna -160 assunzioni: pur essendo aumentati gli avviamenti e le proroghe queste non compensano il forte aumento delle cessazioni, e questo spiega la perdita di 160 contratti di lavoro e quindi di occupati nel mese di marzo.

I settori presentano andamenti differenti: il settore servizi e commercio ha avuto un saldo positivo nelle assunzioni pari a + 31,8% con 1610 assunzioni nel 2021 rispetto ai 2122 del 2022. Le cessazioni sono passate dai 1579 del 2021 ai 2307 del 2022 facendo segnare un aumento di ben 46,1%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è decisamente con ben – 185 assunti.

Le costruzioni, hanno visto un aumento nelle assunzioni attestandosi ai 323 del 2022 rispetto ai 254 del 2021 pari ad un balzo del +27,2%. Le cessazioni sono aumentate e nel 2022 sono state a 225 rispetto alle 215 del 2021 pari ad un aumento del 4,7%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è positivo e segna +98 occupati.
L’industria ha visto una crescita degli avviamenti, i quali sono passati 891 del 2021 ai 1028 del 2022 con un aumento del 15,4%; le cessazioni sono aumentate del 40,9% e sono passate dai 793 del 2021 ai 1117 del 2022. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è negativo e segna – 89 assunzioni.

Infine, il settore dell’agricoltura non ha riscontato una crescita delle assunzioni, che sono rimaste invariate, tant’è che sono state 250 nel 2021 e altrettanto nel 2022; le cessazioni sono aumentate passando dai 206 del 2021 ai 234 del 2022 pari ad un calo del 13,6%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è positivo pari +16 assunzioni.
Le tipologie contrattuali presentano la seguente situazione: l’apprendistato riscontra un aumento delle assunzioni pari al 53,9% passando da 89 unità nel 2021 ai 137 nel 2022. Le cessazioni sono passate dalle 63 nel 2021 a 83 del 2022 con un aumento del 31,7%.  Le assunzioni con i contratti tempo indeterminato sono cresciute del 18,1% passando dai 681 del 2021 ai 804 del 2022. Le cessazioni sono passate dai 853del 2021 ai 987 nel 2022 con una crescita del 15,7%.

Complessivamente i contratti stabili hanno registrato una crescita nelle assunzioni pari all’22,2% passando dai 770 del 2021 ai 941 del 2022, così come un aumento delle cessazioni pari al 16,8% passando dai 916 del 2021 ai 1070 del 2022. Il saldo fra assunzioni e cessazioni nel 2021 ha prodotto -129 occupati. Questo a causa di un forte calo delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato pari a -1831, mentre i contratti di apprendistato sono aumentati di 54 unità.

I contratti flessibili presentano una crescita nelle assunzioni che nel 2021 sono state 2235 rispetto ai 3782 del 2022 con una crescita del 24,5%, anche le cessazioni sono incrementate pari al 49,9% passando da 1877 nel 2021 ai 2813 del 2022.  Le diverse tipologie di contratto flessibile hanno avuto un andamento eterogeneo: le assunzioni con contratti di somministrazione sono cresciute passando dai 706 del 2021 ai 755 del 2022 con un aumento del 6,9% e le cessazioni si sono ampliate del passando dai 607 del 2021 ai 813 del 2022 pari al 33,9%. I lavori a progetto sono passati dai 22 del 2021 ai 34 del 2022, mentre le cessazioni si sono aumentate passando dalle 15 del 2021 a 33 del 2022. Infine, le assunzioni nei contratti a tempo determinato sono passate da 1507 nel 2021 ai 1993 nel 2022 con un aumento del 32,2%, così pure le cessazioni sono passate da 1255 nel 2021 ai 1967 del 2022 pari a +56,7%. Dal confronto fra i contratti flessibili e risulta un saldo negativo con -31.

In Lombardia le proroghe segnano una aumento del 14,6% così pure in Provincia di Cremona, dove hanno visto una crescita inferiore pari al 6,4%. Le assunzioni al livello regionale sono cresciute del 47,7%, mentre nel cremonese sono aumentate pari al 23,9%; le cessazioni a livello lombardo sono incrementate di ben 57%, viceversa nel territorio cremonese sono salite del 39%. Infine, le trasformazioni in Lombardia hanno segnato una forte crescita pari al 107%, così pure a Cremona, dove si è riscontrato un aumento del 95,7%. Dal confronto emerge che la Provincia di Cremona, è in linea con quanto riscontrato a livello regionale, ma con percentuali sostanzialmente differenti sulle negli avviamenti e nelle cessazioni.

“Questi dati – commentano dalla Cisl Asse del Po – sono la fotografia del mercato del lavoro dopo lo scoppio della guerra causata dall’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. Lo scenario prodotto da questa disastrosa guerra, sotto tutti gli aspetti, umani, sociali, economici e geopolitici, sta avendo effetti anche sulle attività economiche, anche quelle territoriali”.

Dal sindacato proseguono: “Come avevamo ipotizzato, i segnali di un rallentamento dell’economia si sono registrati nel mese di marzo. Per affrontare questo scenario inedito e preoccupante, la strada è la politica concertativa a tutti i livelli dal nazionale al territoriale. E’ stato un fatto positivo cheil Governo ha voluto confrontarsi con le parti sociali e ha raddoppio delle risorse investite, da 7 a 14 miliardi di euro, distribuiti su un set di misure emergenziali rivolte a lavoratori, pensionati, famiglie e imprese, recependo diverse proposte avanzate dal Sindacato. A questo, occorre affiancata una strategia capace di intervenire sui nodi strutturali del Paese e di farlo in un percorso concertativo, con un Patto Sociale, che mediante i Fondi Europei dia una prospettiva nazionale, ma anche con l’attuazione dei progetti di sviluppo territoriali quali la digitalizzazione; l’implementazione delle energie alternative; la realizzazione delle infrastrutture viabilistiche quali il raddoppio ferroviario della Mantova-Cremona-Milano, così come dell’autostrada CR-MN, che ad oggi non si è ancora concretizzata”.

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