Nazionali

Papa: “Alcuni mi volevano morto, preparavano già il Conclave”

Sono “ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto”. Il Papa è tornato sulle sue condizioni di salute dopo l’intervento al colon subito a luglio. 

Il discorso sulla sua salute, stuzzicato dalla conversazione coi Gesuiti di Bratislava durante il recente viaggio apostolico è resa nota oggi dal direttore di Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro, è stata occasione per il Pontefice per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: ” Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene. Fare quell’intervento chirurgico è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincermi. Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti”. 

Il Papa parla quindi degli attacchi che gli vengono rivolti, affrontando anche la questione legata al giro di vite da lui operato sulla messa in latino e che da qualcuno è stato letto come una sconfessione a quanto deciso dal predecessore Ratzinger. Ai Gesuiti slovacchi confida pure di perdere la pazienza davanti ad attacchi senza che ci sia dialogo. 

“Io personalmente – dice il Pontefice parlando coi Gesuiti di Bratislava nel dialogo reso noto oggi dal direttore della Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro – posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Io l’ho anche detto ad alcuni di loro. Sì, ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto. A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare, predicare… Alcuni mi accusavano di non parlare della santità. Dicono che parlo sempre del sociale e che sono un comunista. Eppure ho scritto una Esortazione apostolica intera sulla santità, la Gaudete et exsultate”.  

Quindi la precisazione sulle messe in latino: “Adesso spero che con la decisione di fermare l’automatismo del rito antico si possa tornare alle vere intenzioni di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II. La mia decisione è il frutto di una consultazione con tutti i vescovi del mondo fatta l’anno scorso. Da adesso in poi chi vuole celebrare con il vetus ordo deve chiedere permesso a Roma come si fa col biritualismo. Ma ci sono giovani che dopo un mese di ordinazione vanno dal vescovo a chiederlo. Questo è un fenomeno che indica che si va indietro”. 

Quindi l’aneddoto chiarificatore: “Un cardinale mi ha detto che sono andati da lui due preti appena ordinati chiedendo di studiare il latino per celebrare bene. Lui, che ha senso dello humor, ha risposto: ‘Ma in diocesi ci sono tanti ispanici! Studiate lo spagnolo per poter predicare. Poi quando avete studiato lo spagnolo, tornate da me e vi dirò quanti vietnamiti ci sono in diocesi, e vi chiederò di studiare il vietnamita. Poi, quando avrete imparato il vietnamita, vi darò il permesso di studiare anche il latino’. Così li ha fatti ‘atterrare’, li ha fatti tornare sulla terra. Io vado avanti, non perché voglia fare la rivoluzione. Faccio quello che sento di dover fare. Ci vuole molta pazienza, preghiera e molta carità”. 

Quanto a divorziati risposati e persone omosessuali, il Pontefice invita ad abbandonare rigidità e atteggiamenti clericali controproducenti. “Penso al lavoro che è stato fatto, padre Spadaro era presente, – dice Bergoglio nella conversazione resa nota oggi dal direttore della Civiltà Cattolica- al Sinodo sulla famiglia per far capire che le coppie in seconda unione non sono già condannate all’inferno. Ci dà paura accompagnare gente con diversità sessuale. Ci fanno paura gli incroci dei cammini di cui ci parlava Paolo VI. Questo è il male di questo momento. Cercare la strada nella rigidità e nel clericalismo, che sono due perversioni”. 

“Oggi – osserva Bergoglio- credo che il Signore chieda alla Compagnia di essere libera, con preghiera e discernimento. E un’epoca affascinante, di un fascino bello, fosse anche quello della croce: bello per portare avanti la libertà del Vangelo. La libertà! Questo tornare indietro lo potete vivere nella vostra comunità, nella vostra Provincia, nella Compagnia. Occorre stare attenti e vigilare. La mia non è una lode all’imprudenza, ma voglio segnalarvi che tornare indietro non è la strada giusta. Lo è, invece, andare avanti nel discernimento e nell’obbedienza”. 

L’ideologia del ‘gender’ e’ “pericolosa” ma questo non ha nulla a che vedere con la “vita reale” di ogni persona e le coppie omosessuali devono essere accompagnate. Uno dei presenti ricorda che il Papa parla spesso delle colonizzazioni ideologiche che sono diaboliche. Fa riferimento, tra le altre, a quella del ’gender’. “L’ideologia ha sempre il fascino diabolico, come dici tu, perché non è incarnata. In questo momento viviamo una civiltà delle ideologie, questo è vero. Dobbiamo smascherarle alle radici. La ideologia del ’gender’ di cui tu parli è pericolosa, sì – risponde Bergoglio nel dialogo coi Gesuiti reso noto oggi dal direttore della Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro -. Così come io la intendo, lo è perché è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a piacimento se e quando essere uomo o donna. L’astrazione per me è sempre un problema”. 

“Questo – avverte – non ha nulla a che fare con la questione omosessuale, però. Se c’è una coppia omosessuale, noi possiamo fare pastorale con loro, andare avanti nell’incontro con Cristo. Quando parlo dell’ideologia, parlo dell’idea, dell’astrazione per cui tutto è possibile, non della vita concreta delle persone e della loro situazione reale”. 

 

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...