Scuole

CrForma: allievi in laboratori con un prof da record

La pandemia che non si ferma e la zona rossa costringono le scuole a rimodulare la loro organizzazione didattica con le lezioni a distanza. In città ci sono poi gli istituti professionali (le sedi Sraffa e Marazzi e l’Istituto Agrario Stanga), nei quali le attività laboratoriali proseguono in presenza. E c’è tutto il comparto della formazione professionale, dove opera il CrForma: circa 500 allievi, per un totale di sette corsi distribuiti nell’area del benessere (trattamenti estetici e acconciatura), ristorazione (sala), meccanica (autoriparazione e carrozzeria), termoidraulica ed elettrica. Come spiega Chiara Capetti, direttore della sede operativa di Crema, anche il CrForma ha dovuto ridisegnare la propria offerta formativa in epoca di DaD, che per la formazione professionale è chiamata FaD (formazione a distanza): anche qui lezioni a distanza per l’area di base, tranne che per gli studenti con bisogni educativi speciali.
Laboratori in presenza. Rispettando le norme anticovid, le attività laboratoriali sono invece svolte sempre in presenza, per tutti gli indirizzi, presso la struttura di via Pombioli e, per l’indirizzo carrozzeria, presso la Carrozzeria Tarenzi di Crema. Per ragioni di spazio, sono stati rimodulati i gruppi per i laboratori del settore elettrico e meccanico, ed inseriti i codocenti. “Noi senza i laboratori? Saremmo morti – osserva Chiara Capetti. E nonostante tutto abbiamo attivato anche 10 apprendistati” (ragazzi assunti dalle aziende che rientrano in aula per le discipline di base, conseguendo al termine delle prove d’esame la qualifica professionale ndr). “A dicembre, in occasione del precedente periodo di chiusura, noi abbiamo attivato circa 100 ore di alternanza protetta all’interno della nostre strutture, ed ogni figura professionale riproduceva ciò che avrebbe dovuto fare all’esterno. Ma lo sforzo è stato enorme – aggiunge Chiara Capetti – in termini di risorse umane ed anche economiche. Tra l’altro, fino a dicembre abbiamo provveduto noi per mascherine e gel igienizzante, solo dopo la regione è intervenuta”.
La passione di Mario Rebasti. E poi ci sono quelle storie particolari, da raccontare, come quella di Mario Rebasti, docente del corso per autoriparatore, con una vita passata prima in officina, tra il lodigiano, zona di origine e Cremona e da oltre 30 anni anche formatore di generazioni di meccanici nei corsi professionali. 74 anni di età, ma la motivazione e la passione di un ragazzino: “Mario per noi è qualcosa di meraviglioso, in 30 anni ha avuto la capacità di trasmettere non solo abilità tecniche, ma la passione per un lavoro tutt’altro che facile, aggiornandosi in continuazione. È stato capace di creare un vero team, perché accanto a lui ci sono suoi ex alunni, come Marco Giavaldi che ora è codocente. Mario – continua Chiara Capetti – è più di un docente, tanta empatia, passione, capacità, molto più di un insegnante. Gli esiti occupazionali molto elevati dei suoi allievi ne sono la testimonianza migliore”.
Da meccanico a prof. “Finita la scuola professionale nel 1964 a Piacenza, sono andato subito a lavorare ed ho aperto la mia prima officina nel 1968 a Guardamiglio. Poi con gli anni mi sono avvicinato ai corsi di formazione professionale, che proseguo anche da pensionato”, dice sorridendo Rebasti tra i suoi ragazzi. L’anno scorso a distanza com’è andata? “Abbiamo fatto anche quell’esperienza, ma per questo settore non ha senso è difficile far imparare ai ragazzi quello che si deve fare con le mani e farlo via telefono o computer. Quest’anno con i laboratori attivi i ragazzi vedono qual è il lavoro di un meccanico. È un impegno che mi piace questo e alla fine porto a casa qualcosa da questi ragazzotti – commenta Mario Rebasti – perché loro mi trasmettono tanta energia e forse anche io riesco a dare loro qualcosa. La mia famiglia comincia però ad essere preoccupata, perché non sono più un ragazzino, viaggio da Cremona e forse è il caso di fermarmi, ma per ora sono qui, nel futuro due miei ex allievi andranno avanti e per me questo è appagante, mi fa piacere sapere che proseguiranno qui ragazzi che ho formato io per un mestiere quello del meccanico che è cambiato moltissimo, anche se in fondo la meccanica è quella di cento anni fa. Tutto ciò che sta attorno alla meccanica invece è cambiato e migliorato e poi l’elettronica, che non esisteva quando ho iniziato io”, conclude sorridendo il prof. Rebasti.
Ilario Grazioso

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