Cronaca

Molestò due donne: in aula le vittime non lo riconoscono, lui 'Ero io, ma non le ho toccate'

Una è una veterinaria di 38 anni, l’altra è una studentessa di 23: la prima residente a Crema, la seconda a Castelleone. Entrambe avrebbero subito molestie sessuali da parte di Vasile, un romeno 30enne finito a processo con l’accusa di violenza sessuale. Sarebbe lui l’autore dei due episodi distinti accaduti alle presunte vittime. Dal secondo caso, quello della veterinaria, accaduto il primo agosto del 2019, i carabinieri erano risaliti all’episodio precedente, successo il 22 luglio dello stesso anno ai danni della studentessa. Nel tardo pomeriggio del primo agosto, la 38enne, insieme al suo cane, era andata a fare una passeggiata sulle sponde del fiume Serio a Crema, accanto alla ciclabile. “Non era la prima volta che mi capitava di incrociare quei due ragazzi in bicicletta”, ha raccontato la donna in aula. “Mi lanciavano battute volgari a sfondo sessuale, mi passavano di fianco e mi superavano. Quel giorno di agosto, invece, uno dei due mi ha girato attorno e con la mano cercava di tirarmi su il vestito. L’altro, quello più giovane e gracile, si era mantenuto a distanza. Poi è arrivata gente e se ne sono andati”. “Ero spaventata, nel panico”, ha raccontato la 38enne, “tanto che non sono più andata in quel posto se non quest’estate”. La donna aveva sporto denuncia presso i carabinieri.

“La descrizione dei due ragazzi”, ha spiegato oggi in udienza il luogotenente Giovanni Ventaglio, comandante del Radiomobile di Crema, “era compatibile con quella resa dalla studentessa universitaria il 22 luglio a Castelleone. Quel giorno la ragazza aveva preso il treno a Crema per tornare a Castelleone. “Alla stazione d Crema”, ha spiegato la 23enne, “sono saliti due ragazzi con le loro biciclette. Uno era più giovane, l’altro più grande. Si sono seduti nella parte adiacente la mia. C’ero solo io con loro, e ad un certo punto quello più grande ha iniziato a toccarsi nelle parti intime. Mi ha guardato e io ho tolto lo sguardo. Parlava con l’altro in una lingua dell’Est Europeo. In quel momento mi sono alzata e quello più grande mi ha preso il braccio, tirandomi verso di lui. Mi ha detto parole scurrili e volgari e mi ha toccato il fondoschiena. Poi si è aperta la porta del treno e io sono scesa a Castelleone”.

La descrizione fornita dalle due vittime era la stessa: due ragazzi in bicicletta, uno più vecchio, l’altro più giovane, entrambi dell’Est Europeo, vestiti in maniera sportiva ed entrambi con uno zaino sulle spalle. Per trovarli, i militari di Crema e i colleghi di Castelleone avevano effettuato accertamenti sui video all’esterno delle stazioni ferroviarie e attivato servizi in borghese lungo la ciclabile che costeggia il fiume Serio. La sera del primo agosto i due erano stati individuati alla stazione di  Crema. Entrambi erano residenti a Soresina ed erano senza documenti. Uno era minorenne, l’altro, Vasile, maggiorenne con alle spalle precedenti penali. Le loro foto erano state mostrate alle due donne che li avevano riconosciuti. Oggi in aula l’imputato (l’altro, essendo minorenne, sarà giudicato dal tribunale di Brescia) era presente. Faccia a faccia, la veterina non ha saputo riconoscerlo con certezza assoluta, mentre la studentessa in un primo momento non l’ha proprio riconosciuto. Nessuna delle due ha negato una somiglianza con la foto, “ma forse”, hanno sostenuto entrambe, “allora era più magro”.

A fugare ogni dubbio è stato lo stesso imputato, difeso dall’avvocato Chiara Fredi, che ne ha chiesto l’esame. “Sì, ero io”, ha ammesso, ma ha negato la violenza sessuale. Circa l’episodio della veterinaria, l’uomo ha solo riconosciuto di aver fatto apprezzamenti, mentre per l’episodio del treno, l’imputato ha sostenuto di aver per sbaglio toccato la studentessa mentre stava spostando la bicicletta per farla scendere dal treno: “Per sbaglio l’ho toccata con un braccio e lei si è arrabbiata perchè evidentemente ha pensato che l’avessi fatto apposta, cosa non vera”.

Nel processo, solo la studentessa si è costituita parte civile. La sentenza è prevista per il prossimo 23 febbraio.

Sara Pizzorni

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