Cronaca

Joshua Bookman: da Boston a Crema per raccontare la profondità dei legami umani

Gli americani arrivavano a Crema ben prima della notorietà che le ha regalato ‘Call me by your name’.

Bookman. Il cognome di Joshua è questo. Che in italiano potrebbe essere tradotto con ‘uomo-libro’. E forse era quindi destino che il giovane di Boston, approdato a Crema nel 2012, diventasse uno scrittore.

Joshua Kent Bookman, classe 1990, è anche un insegnante che ha tenuto una cattedra di madrelingua al Munari per il periodo in cui si è fermato qui, ospitato da un amico, Marco, che gli ha presentato gli amici e, quasi inconsapevolmente ha accresciuto l’amore dell’americano per l’Italia e la sua cultura. Josh, come lui stesso sostiene, qui a Crema ha potuto incontrare “tanti ‘tipi’ di italiani: l’imprenditore, lo sportivo, il politico” ed è questa quotidianità, insieme alla convivialità tipica del Bel Paese, che lo ha fatto tornare molte volte da Marco, diventato con il tempo un grande amico.

Nei suoi spostamenti, dopo un master in belle arti a Los Angeles, è approdato a Stoccolma, per un’intervista ad un professore universitario – e per apprendere la lingua svedese – per pura casualità si siede in un café, accanto ad un esperto d’imresa, amico di quel docente. In quell’occasione, grazie a coincidenze e conoscenze casuali, è stato contattato dalla Lys, casa editrice che gli ha proposto di scrivere un romanzo.

Bookman è diventato scrittore così: per una coincidenza. E nel suo libro “Close to elsewhere” (“Vicino all’altrove”) ha messo tutto l’amore per il mondo, accresciuto durante i viaggi, i luoghi visitati, le persone incontrate realmente o solo immaginate nella sua testa per farsi compagnia nei momenti di solitudine. Il romanzo è un insieme di racconti e flashback nei quali si perdono Thomi – il francese – ed Elisa – l’americana – sulle tracce della madre di lei, emigrata dall’Italia verso il nuovo continente. 

E in “Close to elsewhere” c’è anche un po’ di quella Crema tanto cara a Josh, dove ha alcuni tra i suoi affetti più cari e dove i luoghi gli sono familiari. Non la cita, “ma le parole, che per me sono emozioni, rimandano, per esempio, alla stazione ferroviaria”.

A breve il primo romanzo di Bookman dovrebbe essere tradotto in svedese, “poi spero anche in italiano, una delle lingue che amo di più”. Nel frattempo è possibile acquistare il libro su Amazon e conoscere questo scrittore esordiente dai toni dolci e dall’eleganza rara.

Ambra Bellandi

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