Cronaca

Cooperative e Pubblica Amministrazione: un seminario per 'dispiegare le vele'

Le cooperative sociali non sono un peso per le Pubbliche Amministrazioni, anzi, generano un valore economico. Anche a Crema.

A dimostrarlo è la ricerca condotta dalla professoressa Elisa Chiaf, ricercatrice dell’Università Cattolica di Brescia, i cui risultati sono stati presentati all’interno del seminario sul rapporto tra cooperative e P.A., organizzato dal Consorzio Arcobaleno.

A Crema le cooperative sociali di tipo B, cioè quelle che si occupano della gestione di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei vari settori, nel 2015 hanno infatti generato un impatto economico a favore della Pubblica Amministrazione di oltre 126.300 euro. Lo studio, basato sul metodo ‘Valoris’ che analizza costi e benefici, ha preso in esame 78 persone svantaggiate e 5 cooperative sociali del territorio. Ognuna di queste 78 persone ha permesso al Comune di risparmiare (o comunque di evitare maggiori uscite) mediamente 1.600 euro in un anno.

Ma chi sono gli ‘svantaggiati’? Le cooperative si fanno carico di persone con dipendenze, disagi psichiatrici, minori disagiati, diversamente abili e dei cosiddetti ‘soggetti non certificati’, ovvero quelle persone che vengono segnalate alle cooperative dai servizi sociali del Comune. “Una tipologia in continua crescita – ha spiegato la dottoressa Chiaf – e che nello studio su crema ha ricoperto il 41% dei soggetti presi in esame”.

Proprio per il valore prodotto da queste persone il rapporto di collaborazione tra cooperative ed Enti comunali deve essere incentivato. “Gli strumenti e le procedure per farlo sono molteplici”, come ha ricordato l’avvocato Pietro Moro (esperto di Confcooperative) e vengono ampiamente descritti nel Codice per gli appalti pubblici. Ad esempio possono essere emanati bandi riservati alle cooperative sociali e ai consorzi che collaborano con queste. Oppure è possibile riservare all’interno di un bando un punteggio particolarmente elevato per la voce ‘inserimento lavorativo’.

La strada è ancora lunga, “ma per il futuro vedo uno spazio di collaborazione maggiore anche per il mio assessorato – ha detto Fabio Bergamaschi, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Crema – Abbiamo già abbracciato questa sensibilità per quanto concerne lo sfalcio del verde ricorrendo alla cooperativa L’Ulivo e vogliamo proseguire così”. Le cooperative sociali di tipo B potrebbero trovare spazio anche per la custodia degli impianti sportivi o i servizi di pulizia. La chiave è dunque di non guardare ai ribassi d’asta, ma cercare di “scrivere nuove pagine sulla collaborazione tra P.A. e cooperative”.

Da sottolineare, tornando allo studio della professoressa Chiaf, è come i benefici creati alla Pubblica Amministrazione nel 2015, pari a 277.995 euro siano imputabili per il 48% allo Stato, per il 16% alla Regione e per il 36% al Comune. I costi, invece, gravano per il 57% sullo Stato e per il 43% su Regione Lombardia, mentre il Comune non ne deve sostenere. Anche per questo motivo “Le politiche della P.A. devono essere sempre più inclusive e riconoscere la necessità di fare sintesi con le cooperative”, ha concluso Luciano Ricci del Consorzio Arcobaleno.

Ambra Bellandi

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