Cronaca

Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik ricorda la II Guerra Mondiale a Soncino

Da sinistra il ponte sull’Oglio bombardato e la partenza del cunicolo che dal Bastione Est entra nel Borgo

A Soncino gira la fotocopia di un foglio che parla di Pietruccio Montalbetti, creatore del gruppo dei Dik-Dik, che ha pubblicato un libro dal titolo “I ragazzi della Via Stendhal” nel quale racconta dei suoi ricordi di bambino, sfollato da Milano a Soncino presso la zia Pierina Gallina, maestra nella scuola scuola del paese, che alcuni anziani di Soncino ancora ricordano per la sua figura alta e magra e per la sua voce “leggermente sopra le righe” come scrive il nipote.

Il foglio è un capitolo del libro che racchiude notizie interessanti per i soncinesi. Quasi da non credere che siano ricordi di fatti veri nella memoria di un bambino di pochi anni.

Erano i mesi della fine della guerra, quando i tedeschi in ritirata cercavano di ritornare nella loro terra, gli alleati bombardavano e gli italiani erano divisi tra i nostalgici del fascismo e chi voleva una nuova vita. E anche nella casa della zia Perina si vivevano le ansie del momento. La casa c’è ancora: è quella che fa angolo tra Via S. Caterina e Via Antica Rocca, di fronte all’asilo.

Il racconto la descrive anche nei particolari: il portone, il cortile con la pianta di cachi ed il piccolo ruscello che portava l’acqua della Castella. Ma la notizia più interessante è quella della botola dell’atrio che dava l’accesso ad una stanza sotterranea dove erano nascosti due partigiani, la zio Antonio ed un suo amico ebreo.

Secondo il racconto tale vano era in collegamento sotterraneo con l’esterno. Magari i lavori di pulizia in atto nel Bastrione Est potrebbero confermare l’ipotesi. Una vecchia foto del bastione fa vedere proprio la partenza di un grande cunicolo, subito interrotto dal crollo del soffitto, con direzione Nord-Ovest; il cunicolo potrebbe proprio dirigersi verso quel vano sotterraneo rimasto nella memoria del piccolo nipote della zia Pierina.

L’altro fatto soncinese cui fa cenno il racconto di Montalbetti è il mitragliamento sul ponte dell’Oglio dal quale riuscì a salvarsi quasi per miracolo. In bicicletta con la madre stava rientrando dopo un rifornimento di vivande, sentirono un ronzio. La mamma capì subito che si trattava di un aereo, calcò sui pedali e riuscì a portarsi dopo il ponte per nascondersi e sfuggire alla mitragliata.

Nei ricordi del piccolo c’è anche il racconto del papà che, nonostante fosse mutilato di una gamba, faceva in bici il percorso Soncino-Milano e ritorno, per portare in paese delle saponette che poi vendeva per comprare generi alimentari da portare in città.

Interessante che un personaggio famoso che ha girato il mondo abbia voluto scrivere i ricordi del paese dove ha vissuto per pochissimo tempo quando era ancora bambino.

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