Cultura

“ON”: l’elogio alla
diversità dei Silence,
Exile & Cunning

Nella foto, i Silence, Exile & Cunning.

Delle decine di informazioni che si potrebbero dare quella fondamentale è una: 5 febbraio. Lo è per due motivi: sarà la data del rilascio del nuovo disco e del release party, modo molto chic e poco radical per indicare la presentazione dell’album dal vivo, al circolo Il paniere. Si intitola ON ed è l’ultima fatica discografica dei Silence, Exile & Cunning. Prodotto per Hashtag – da Marco Torriani, già Bangarang!, Verbal e musicista per Bugo – venerdì sarà in esclusiva streaming su Rockit. Ma partiamo dal principio.

STRUTTURA – Il nuovo album per i Silence significa svolta: produzione, booking, comunicazione e management sono affidate ad Hashtag e Astarte Agency:  “Per noi – spiegano – è una novità lavorare con queste realtà: tutti quei compiti che prima toccavano esclusivamente a noi ora trovano un appoggio nel lavoro di altre persone. Questo non ci esonera chiaramente dal nostro impegno anche nella gestione delle grafiche, del merchandising, della ricerca delle date e della comunicazione, ma poter contare su due strutture professionali è di sicuro un grosso passo in avanti per noi”.

ALBUM – Dodici tracce e un titolo che apre a molteplici interpretazioni, come molteplici sono gli stili, le influenze e le forme che assume ognuno dei brani, ON fa della diversità il suo punto di forza: come spiegano i Silence, “A livello musicale, l’album raccoglie pezzi differenti l’uno dall’altro. Per molti la diversificazione di stile è un aspetto deteriore; noi invece la vediamo come un ulteriore merito, una complessità di fondo faccettata, che permette a noi diverse modalità per esprimerci e a chi fruisce, invece, diverse interpretazioni”.

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La copertina dell'album

CONCEPT – È difficile trovare una linea conduttrice in ON: dal martello seduttivo di Split, split, split alla dolce Missolonghi, fino ad arrivare a quel treno di suoni che è S.G.A.N.G.A.R.A. le identità musicali sono tante. “Non c’è una chiave di lettura privilegiata dei brani – commenta Lorenzo, voce e chitarra – vogliono essere diversi proprio per prestarsi a tante interpretazioni”. Sintonizzato sulle stesse frequenze anche Jemba, chitarrista: “Il filo conduttore, se c’è, è nell’intenzione di non avere un’intenzione definita. Ognuno può vedere dietro ai nostri pezzi quello che gli comunicano, l’ascolto personale è inequivocabile”.

MATURAZIONE – Sono passati circa 4 anni da quando i SEC si sono riuniti per la prima volta in sala prove. Da quel momento sono passati decide e decine di concerti, centinaia di prove e due album. Si può parlare di maturazione? Per Jemba “Forse sì, c’è stata: gli ascolti si sono di sicuro moltiplicati e il nostro sound si è sviluppato. Gli elementi elettronici sono aumentati rispetto al passato e diventeranno preponderanti in quello che scriveremo, assieme ad un carattere jazz marcato e trascinante. Questo è il futuro che vorrei si profilasse in questo progetto”.

EVOLUZIONE – Quel che è certo è che di evoluzione si può parlare. Ne è convinto anche Lorenzo, che spiega: “in ON ci sono pezzi tra i primi che abbiamo scritto (Dadaistic Vision, Missolonghi) e pezzi che abbiamo addirittura ultimato il giorno prima di entrare in studio per le preproduzioni (Germ, Wildify). Se un’evoluzione si potrà riconoscere, sarà l’ascoltatore a valutarne la portata. Credo che i nostri progetti per il futuro siano quelli di suonare live il più possibile, di toglierci qualche sfizio che da un po’ ci portiamo dentro e poi di sviluppare le nuove idee che emergeranno nei prossimi mesi”.

Stefano Zaninelli

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