“Non risultano procedimenti
contro don Mauro Inzoli”
CREMA – L’avvocato Gherardo Fiume di Milano è il difensore, per quanto riguarda le questioni civili relative alla diffamazione a mezzo stampa e il contestuale illecito civile che ne consegue, di don Mauro Inzoli ed è in collegamento con lo studio Giarda di Milano, che invece si sta occupando delle questioni penali.
Avvocato, le risulta che la procura di Cremona abbia aperto un fascicolo nei confronti di don Mauro Inzoli dopo lo scritto del vescovo, nel quale si parla di ‘gravi comportamenti derivanti da abusi sessuali su minori’.
“Assolutamente no, né a noi difensori e tantomeno al diretto interessato”.
E’ possibile che i fatti contestati a don Mauro possano essere ormai passati in prescrizione. Le risulta che la procura abbia chiesto gli atti al Vaticano, in merito a questa vicenda?
“I giornali lo annunciano, non so attraverso quale fonte”.
Ha fatto scalpore la partecipazione di don Mauro al convegno sulla famiglia organizzato dalla regione Lombardia. Perché don Mauro se l’è presa con tre giornalisti (Corriere, Repubblica, Avvenire)?
“Hanno scritto nei loro articoli inconfutabilmente fatti falsi e non aggiornati, che sono stati oggetto di circostanziate argomentazioni nelle differenti intimazioni trasmessegli. Vede, le restrizioni a cui è stato sottoposto don Mauro Inzoli, non Mauro Inzoli ex prete, come scrive impropriamente Avvenire che lo ritrae con clergyman nella foto che ha fatto il giro d’Italia e non solo, hanno il fine di sedare uno scandalo che è stato alimentato anche attraverso la diffusione di notizie/condanna, che tacciono il nucleo centrale del provvedimento emesso dall’Ordinamento Giudiziario Delegato in Vaticano, ossia l’accoglimento del ricorso presentato da don Mauro”.
Che differenza c’è tra pedofilia e abusi sessuali su minori?
“Le definizioni le può riscontrare sui manuali di Diritto e quindi chi meglio di voi giornalisti che offrite le notizie nella verità può fornire una risposta corretta, sulla differenziazione dei due reati gravissimi. Si deve però parlare in contesti adeguati di tali reati fondandosi su fonti attendibili e soprattutto che si conoscono. Mai travisando la fonte o tacendo il nucleo centrale della fonte. In questi casi ci troviamo di fronte a un illecito che viola gravemente il rispetto della persona umana”.
Siete soddisfatti delle risposte che i tre quotidiani vi hanno fornito?
“In verità ha risposto solo Avvenire, a parer mio in modo improprio e per niente chiaro nell’articolo in seconda pagina del quotidiano del 5 febbraio. Avvenire è una testata con una identità che non le consente di scivolare definendo ex prete, chi senza soluzione di continuità non ha mai cessato di essere un sacerdote”.
Pensate a un esposto e a una richiesta di risarcimento danni?
“Mi sembra evidente, anche se don Mauro, qualora dovesse ottenere la giusta soddisfazione, devolverebbe quanto ottenuto a opere di carità”.
Per quanto riguarda il famoso convegno sulla famiglia tradizionale, non le sembra che mettersi dietro al governatore Maroni significhi avere la certezza di essere visto da tutti? E questo non è in contrasto con le restrizioni che il Vaticano gli ha imposto?
“Chi prima arriva, meglio alloggia; quindi irrilevante la seconda fila o l’ultima, anche perché sarebbe stato “pescato” comunque, vista la tensione alimentata nei giorni precedenti dai media per un pacifico evento pubblico sulla ostracizzata e fiscalmente martoriata famiglia “tradizionale” e comunque non ritengo che le restrizioni esposte nel Comunicato Ufficiale a conclusione della causa di mons. Mauro Inzoli , così come si rinvengono nel sito della diocesi di Crema, implichino impedimenti nel partecipare ad un Convegno fuori dalla Diocesi di Crema, come quello svoltosi lo scorso 17 gennaio 2015 in Milano a Palazzo Lombardia”.
Pgr
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