Aperto il dormitorio, per la
Caritas nuova emergenza:
gli sfratti. Appello ai proprietari:
“Concedeteci le vostre case”
“La realtà è questa: c’è gente a Crema che dorme per strada”. Non usa mezzi termini don Francesco Gipponi, direttore della Caritas Diocesana, nel momento dell’inaugurazione del Rifugio San Martino in via Civerchi, il dormitorio voluto e aperto con l’aiuto della Diocesi, per accogliere coloro che, a causa della crisi o per problemi personali, sono rimasti senza casa e ora, nonostante il gelo invernale, dormono per strada. Una risposta all’emergenza dei singoli non per sentirsi “benefattori che dall’alto fanno cedere le briciole nelle tasche dei poveri, ma dei fratelli che hanno bisogno di ricevere dai poveri, che sono un dono per ritrovare un’umanità comune”.
Non un’opera solo di carità, ma un’opera quindi, secondo il vescovo monsignor Oscar Cantoni, arrivato insieme a monsignor Virgil Bercea vescovo della Diocesi di Oradea (Romania), “che possa essere di aiuto non solo ai poveri e ai bisognosi ma anche ai tanti volontari che hanno dato la disponibilità a collaborare”. Già sei gli ospiti presenti la notte nel Rifugio, e una lunga lista d’attesa che porterà a breve ad occupare tutti i posti disponibili.
E per una emergenza che trova una “soluzione” ecco aprirsene subito un’altra: quella delle famiglie sfrattate. Trenta gli sfratti esecutivi tra gennaio e febbraio nella sola città di Crema, tantissimi altri nel territorio. E per queste famiglie un appello partito da don Francesco Gipponi. Un appello ai proprietari di case e al comune per andare incontro a tutte quelle famiglie che nei prossimi mesi resteranno per strada.
“Ormai la difficoltà della gente è avere un tetto: qui parliamo di persone singole, ma l’emergenza è quella delle famiglie. I numeri di sfratti esecutivi sono allarmanti. e nei prossimi mesi molte famiglie si troveranno senza casa. Lo so che toccherebbe alle istituzioni – continua – ma loro non hanno le forze. Allora dobbiamo intervenire senza pero fare la Croce Rossa alle istituzioni. Per questo lancio un appello a tutti, ai cristiani per primi: rinunciate al reddito che produce una seconda casa e mettetela a disposizione della Caritas per queste famiglie. Con un accordo chiaro: uno, due anni poi la casa viene restituita in ordine come quando è stata data. E’ un’idea che potrebbe aiutarci ad affrontare il problema. Al comune chiedo che su quella casa data in uso alle famiglie non vengano applicate tasse“.
Un altro grido di allarme da parte della Caritas che è appena riuscita a porre una pezza su un’emergenza, anche grazie alla Diocesi che ha concesso l’immobile gratuitamente, alla Banca Cremasca, rappresentata dal presidente Francesco Giroletti, che si accollerà le spese di gestione del dormitorio, al Mercatone Uno che ha concesso i letti e l’arredamento ad un prezzo molto basso, e ai tanti cittadini che hanno aiutato anche semplicemente donando una coperta.
E ai tanti volontari rappresentati da William del Camerum, arrivato alla Caritas quattro anni fa e che ora restituirà l’aiuto avuto facendo da volontario. “Perchè spesso – ha sottolineato il responsabile Caritas, Claudio Dagheti – le persone incontrate negli anni diventano poi una risorsa per la Caritas”.
Soddisfazione da parte del vice sindaco Maria Beretta per la rete di solidarietà creatasi intorno al progetto. Quindi porte aperta al Rifugio, benedetto dai due vescovi e una nuova sfida per un’altra emergenza per la Caritas cremasca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA