Cronaca

Baruffe tra associazioni,
l’Asvicom accusa
e porta in Tribunale

Asvicom sul piede di guerra. “Siamo vittima di una diffamazione – dichiara il presidente Berlino Tazza – e riteniamo di aver subito un’ingiustizia con effetti devastanti per la dignità ed il funzionamento dell’Asvicom”. Al centro della discussione, la riunione del 27 maggio 2011 del Distretto urbano del commercio “Un salotto per Cremona”. Laura Guglia, allora rappresentante di Confcommercio Cremona si pronunciò a sfavore dell’entrata di Asvicom nella cabina di regia del Distretto. Le motivazioni addotte riguardavano l’anagrafica della associazione di categoria – da lei ritenuta troppo giovane – e la scarsa rappresentatività di quest’ultima sul territorio. “Osserva, poi – si legge nel verbale della seduta –, che Asvicom, finanziando la proposta presentata da Reindustria, con ben 100.000 euro, di fatto compra l’ingresso nella cabina di regia”.
Nella conferenza stampa indetta quest’oggi, il presidente Tazza ha dichiarato: “sostenere che l’Asvicom ha comprato l’ingresso nella cabine di regia significa dire che qualcuno lo ha venduto”. Motivo per cui Confcommercio Cremona “dovrebbe fare nomi e cognomi e dire a chi si riferisce dal momento che nella cabina di regia del distretto di Cremona siedono istituzioni (Provincia, Camera di Commercio, Comune Reindustria etc) e molte altre associazioni di categoria”. Specifica, inoltre, la volontà di perseguire vie legali al fine di tutelare la reputazione di Asvicom. “È ora di finirla – ha dichiarato il segretario di Asvicom Enrico Zucchi – di gettare discredito, da parte di Confcommercio, sull’Asvicom”. “Queste frasi – continua il segretario – sono strumentali ad altre finalità. Sono verbali che sono stati tenuti nel cassetto perché contengono cose dette prima che noi entrassimo nella cabina di regia”.
Questo, tuttavia, non è che l’ultimo degli episodi in cui Confcommercio gioca da protagonista scorretto. “È evidente – dichiara Berlino Tazza – che Confcommercio Cremona in molti consessi cerca di discreditare l’associazione e il suo operato, e attua, nei fatti, comportamenti che cercano di ridurre la capacità di rappresentatività dell’associazione di operare nel contesto cremonese, in alcuni importanti enti della Provincia”. L’episodio più recente risale a quest’estate, quando Pugnoli – presidente Confcommercio – dichiarò alla stampa della contrarietà della Camera di Commercio al PGT cremonese. In realtà, gli organi camerali non si espressero nella maniera dichiarata da Pugnoli. Altro episodio riguarda l’accordo, siglato nel 2009, tra Confcommercio Cremona e Ascom Crema, sciolto a distanza di pochi mesi e riesumato in occasione del recente rinnovo camerale. La collaborazione trasferiva la rappresentatività dell’associazione cremasca a Cremona, escludendo l’Asvicom – e le imprese da essa rappresentate – dal sistema camerale.
Non troppo singolare è il fatto che il gioco di accuse e diffamazioni venga riesumato il giorno prima dell’elezione della giunta per la Camera di Commercio cremonese. Quanto di più singolare, invece, è la macchinazione in atto, stando alle dichiarazioni dei vertici Asvicom, per escluderli dal consiglio camerale per i prossimi 5 anni. Anzitutto perché l’associazione è seconda nella classifica di rappresentatività del Commercio in provincia di Cremona (22,28%, fonte Regione Lombardia). In secondo luogo, l’apparentamento di Confesercenti, Ascom Crema e Federdistribuzione raggiungerebbe una quota superiore al 30%, che unita al 46,24% di Confcommercio farebbe scivolare Asvicom in fondo alla classifica.
Alla luce di tutto ciò, conclude il presidente Tazza, “la discussione in corso che ha come oggetto la vice presidenza della Camera di Commercio, qualora vedesse prevalere il nome di Claudio Pugnoli, rischia di sfociare in un esito che reputiamo inadeguato e mortificante per il più importante ente economico del territorio”.
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