Cronaca

Sos dell’Autonoma Artigiani Cremaschi
ai candidati sindaco: “Fiscalità locale,
basta penalizzare le microimprese”
La relazione di Soffientini

Il relatori (fotoservizio Giulio Giordano)

 

Dal palco dell’annuale assemblea dei soci di Confartigianato è arrivato l’ultimo accorato appello alle istituzioni lanciato alle istituzioni in questo momento di grave crisi. Pierpaolo Soffientini, presidente dell’Autonoma Associazioni Artigiani Cremaschi, approfittando della presenza al San Luigi di sei candidati sindaco (Agazzi, Ardigò, Boldi, Bonaldi, Buttino e Torazzi) ha posto l’accento sui problemi che attanagliano le microimprese del territorio, chiedendo loro il massimo impegno per far tornare Crema al centro del comprensorio, volano dell’economia. Sul fronte della fiscalità locale il presidente ha auspicato che le “amministrazioni non determinino un incremento delle tassazioni di loro competenza che rappresenterebbe un insopportabile, ulteriore aggravio per le imprese”. Particolare attenzione è chiesta nell’applicazione delle aliquote Imu sugli immobili utilizzati nel processo produttivo. “L’evasione fiscale – ha aggiunto Soffientini -, rappresenta una delle piaghe più grandi e dolorose del nostro sistema. Le amministrazioni locali in futuro saranno chiamate ad un protagonismo sempre maggiore, ma l’impegno in questa direzione non si tramuti in un accanimento e vessazione nei confronti dei soliti noti che le tasse già le pagano”.

Il pubblico

Fra le proposte avanzate dall’Autonoma Artigiani Cremaschi ai futuri amministratori, l’istituzione di una forma di abbonamento speciale di parcheggio a tariffa agevolata “per coloro che dimostrano la necessità di operare per un determinato periodo nelle zone centrali della città dove tutti sappiamo è possibile parcheggiare solo nelle strisce blu”. Una sorta di “tariffa speciale per le attività produttive”.

 

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LA RELAZIONE DI SOFFIENTINI

Gentili ospiti,  signore e signori,

cari amici e colleghi imprenditori,

la tradizionale assemblea dei Soci dell’Autonoma Artigiani Cremaschi cade quest’anno in un periodo alquanto particolare e significativo sia per la vita della nostra Associazione che per quella della nostra città di Crema.

In primo luogo l’appuntamento assembleare di oggi è il primo dopo l’elezione dei Rappresentati di Categoria e del rinnovo degli organi associativi avvenuti alla fine del 2011 e, pertanto, rappresenta per tutti noi un’occasione privilegiata per delineare le linee che guideranno l’azione dell’Associazione da qui al 2015, termine di questo nuovo mandato quadriennale.

A tal proposito, in apertura mi sia consentito ringraziare i colleghi che hanno deciso di condividere con me questa nuova avventura alla guida dell’Associazione Autonoma Artigiani Cremaschi accettando di far parte del Consiglio Direttivo e della Giunta Esecutiva, così come un pensiero di sincera gratitudine lo rivolgo a quanti hanno garantito il loro contributo di tempo, energie ed idee nel precedente mandato.

L’incontro di oggi cade poi ad una settimana dalle elezioni amministrative del 6/7 maggio che daranno alla nostra città un nuovo Sindaco e una nuova amministrazione comunale.

All’amico Bruno Bruttomesso, che ha guidato Crema in questi cinque anni non certo facili, rivolgo il caloroso ringraziamento mio personale, degli organi dell’Associazione e degli artigiani e imprenditori del territorio per l’impegno e la passione profusi nello svolgimento del mandato amministrativo e per l’attenzione e la considerazione che in questo quinquennio ha riservato all’Autonoma Artigiani Cremaschi, favorendo un confronto cordiale, continuo e costruttivo.

Alla vigilia di questa tornata elettorale, l’augurio e l’auspicio che mi sento di rivolgere è che il nuovo Sindaco, unitamente alla Giunta e al Consiglio comunale che verranno eletti nelle prossime settimane, sappiano affrontare questo difficilissimo momento che ci troviamo a vivere indirizzando il loro impegno, con il contributo di tutte le forze vive ed attive della città, verso l’elaborazione di progetti concreti e condivisi, individuando soluzioni operative in grado di rispondere alle istanze e alle problematiche della nostra comunità, contemperando le legittime esigenze delle diverse categorie di cittadini al fine di garantire un armonico ed equilibrato sviluppo sociale, economico, ambientale e territoriale.

Proprio in questa ottica, consapevoli del ruolo che ci compete quale soggetto di rappresentanza di interessi e animati dal desiderio di fornire il nostro contributo alla focalizzazione delle problematiche e istanze che riguardano da vicino gli artigiani e gli imprenditori del nostro territorio che a noi fanno riferimento, abbiamo ritenuto doveroso, opportuno e giusto invitare a questa nostra assise annuale tutti i candidati protagonisti dell’imminente consultazione elettorale.

Non limitandoci solamente ai sette aspiranti alla poltrona di “primo cittadino”, ma allargando l’invito a tutti i candidati delle liste in competizione per il Consiglio Comunale.

A quanti hanno accolto il nostro invito e sono oggi presenti in sala, esprimo un sincero ringraziamento e assicuro sin d’ora la massima disponibilità e collaborazione, nel rispetto dei ruoli istituzionali di ciascuno, per favorire l’attivazione di proficue sinergie finalizzate alla crescita della nostra comunità nel suo complesso e allo sviluppo della categoria che noi rappresentiamo.

SITUAZIONE GENERALE

Queste elezioni cadono in un momento di particolare difficoltà dal punto di vista economico, politico e sociale.

La crisi cominciata ormai nel lontano 2008 non accenna ad allentare la presa e oggi, dopo alcuni timidi ma incoraggianti segnali che ci avevano accompagnati per gran parte dello scorso anno, la situazione è tornata a farsi molto preoccupante in generale e, addirittura, drammatica per alcuni settori e comparti.

Il crollo della produzione industriale registrata in questi primi mesi del 2012, la cassa integrazione in vertiginoso aumento e i dati sull’occupazione giovanile in “picchiata”, il ritorno della speculazione e il conseguente preoccupante nervosismo al rialzo dello spread sui titoli di Stato, i consumi in forte e continuo calo e un carico fiscale ormai insostenibile, le prospettive di crescita sempre più pessimistiche e più lontane nel tempo che si accompagnano alle evidenti difficoltà di individuare strumenti che possano favorire il rilancio e lo sviluppo del Sistema Paese, fotografano una situazione della nostra economia veramente drammatica che lascia ben poco spazio alla fiducia e all’ottimismo.

E al di là dei dati economici e dei macro-indicatori relativi alla produttività, che comunque sono estremamente significativi, la drammaticità del momento che stiamo vivendo è da leggere, soprattutto, nei risvolti umani e sociali che stanno caratterizzando questo nostro terribile periodo.

Colpisce e lascia disarmati, in particolare, il numero crescente degli imprenditori che si tolgono la vita schiacciati da una crisi e da un sistema che ha tolto loro tutto, compresa la speranza.

Sono segnali drammatici su cui tutte le componenti della società italiana dovrebbero riflettere.

E pur comprendendo lo stato di disagio e disperazione che determina certi comportamenti, non possiamo che rivolgere un appello agli imprenditori che stanno affrontando questo difficile periodo: la vita non ha prezzo, anche davanti al timore di non farcela, alle “vampiresche” cartelle esattoriali, allo smisurato senso di responsabilità verso i propri collaboratori, al naturale senso di vergogna verso i propri familiari per un insuccesso imprenditoriale.

Certo in tutto questo non aiuta uno Stato che è inflessibile con gli imprenditori quando sono suoi debitori, ma è lentissimo e quasi indifferente con gli imprenditori che vantano crediti verso la pubblica amministrazione e che sono costretti ad aspettare mesi e anni.

Senza dimenticare situazioni sociali altrettanto drammatiche, quali l’aumento costante di famiglie che “non ce la fanno a tirare a fine mese”, superando l’umiliante “soglia della povertà”, e l’esercito di giovani “senza un futuro” costretti a fare i conti con un sistema egoista e per nulla lungimirante che si sono trovati in eredità dalle generazioni precedenti.

Tutte tensioni che rischiano di “esplodere”, mettendo a rischio quella coesione e pace sociale che, sino ad oggi, sono stati punti di forza del Sistema Italia.

Una “polveriera” che ha tante micce e inneschi, e una di queste potrebbe essere anche la “riforma del mercato del lavoro” che è stata presentata recentemente dal Governo per l’approvazione del Parlamento.

A fronte di una proposta condivisa, frutto di un equilibrato compromesso negoziale che aveva tenuto in considerazione le esigenze e le peculiarità delle micro, piccole e medie imprese che rappresentiamo, il provvedimento è stato successivamente modificato, introducendo situazioni decisamente peggiorative per le nostre imprese.

Siamo fortemente contrari agli aggravi di costi e alla rigidità delle flessibilità in entrata.

L’artigianato e le micro imprese considerano la risorsa umana come un valore assoluto e giocano un ruolo da protagoniste nel mantenimento dei livelli di occupazione con contratti di lavoro permanenti.

Le nostre imprese sono quelle che più di tutti assumono a tempo indeterminato, come recentemente dimostrato anche dai dati elaborati dall’Osservatorio delle Mpi di Confartigianato Lombardia, che usano il lavoro interinale e a progetto quando e dove serve, che fanno un uso maggiore del contratto di apprendistato.

Troviamo pertanto sbagliato dentro la proposta di riforma inserire tutto ciò che “ingessa” il mercato del lavoro.

Concretamente non va trasformata la lotta alle false partite Iva in una lotta alle partite Iva, riteniamo sbagliate le norme che aumentano il costo dell’apprendistato, non riconoscono il ruolo della “bilateralità” e quelle che “impongono” una stabilizzazione dei contratti.

La nuova riforma non può essere penalizzante per le micro imprese con il rischio, se non verranno apportate alcune modifiche, che si verifichi una riduzione del lavoro contrattualizzato alimentando, inevitabilmente, il “nero”: e questo noi non lo vogliamo e non lo possiamo accettare.

Dopo le illusioni delle “facili” ricchezze generate dalla “finanza allegra” ci siamo trovati a fare i conti con la realtà di un debito sovrano schiacciante, generato da diversi fattori tra i quali una struttura burocratico-amministrativa eccessivamente costosa e improduttiva, da una frammentazione di centri di costo nella gestione della cosa pubblica fuori controllo, da un apparato politico amministrativo incapace di realizzare quelle riforme strutturali di ammodernamento del nostro Stato indispensabili per creare condizioni di sviluppo economico e sociale.

L’attuale Governo dei “Tecnici”, nell’emergenza dettata dall’esigenza di riportare sotto controllo i conti dello Stato e l’insostenibile debito pubblico che ci sta opprimendo, è intervenuto aumentando il carico fiscale generalizzato su imprese e famiglie, rastrellando risorse finanziarie e contraendo la possibilità di spesa e di investimenti.

Oggi il debito pubblico per cui siamo chiamati a “pagare il conto” ammonta a quasi 2 .000 miliardi di euro.

Una “montagna di debito” che ha una genesi e un’evoluzione che si snoda almeno gli ultimi venti-trent’anni della nostra storia e che vede la piena corresponsabilità di tutto il mondo politico che in questo periodo ci ha governati e guidati, indipendentemente dalla colorazione caratteristica,

Oggi famiglie e imprese, da sempre virtuose e attente nell’amministrazione quotidiana delle risorse e capaci di un vero risparmio che rappresenta ancora l’ancora di salvezza per i conti del nostro Paese, sono chiamate a versare “lacrime e sangue” per rimediare a scelte economiche sbagliate, sprechi inauditi e gestioni “allegre” di società e enti partecipate dallo Stato.

Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: infrastrutture, quali ospedali, strade, autostrade e impianti sportivi, nate come autentiche “cattedrali nel deserto” e rimaste il più delle volte incomplete o non operative; interventi dissennati, come il “salvataggio” a tutti i costi della compagnia aerea di bandiera, che hanno drenato montagne di quattrini rivelandosi però operazioni dal corto respiro “imprenditoriale” e utili solo a gonfiare i conti correnti di manager il più delle volte non dimostratisi all’altezza della situazione, gli sprechi su progetti inutili e mai realizzati, attività di….”fantasia” funzionali solo ad avvantaggiare chi le ha promosse anziché perseguire finalità d’interesse dei cittadini.

Così come marginali sono stati gli interventi mirati ad una reale e significativa contrazione della spesa pubblica a partire dall’eliminazione della miriadi di benefit di parlamentari, boiardi di stato, apparato burocratico …. ivi compresi i rimborsi elettorali ai partiti che, da quanto sta emergendo in questo periodo, sono di due-tre volte superiori ai costi effettivamente sostenuti.

Una distorsione intollerabile, quella del finanziamento pubblico dei partiti, resa ancor più grave e inaccettabile dal fatto che si tratta di “terra di nessuno”, senza obbligo di rendicontazione e senza alcun tipo di controllo.

Un ulteriore “privilegio” ancor più inaccettabile da parte di chi, cittadini e imprese, è soggetto a verifiche continue, assillanti e meticolose da parte di più organi di controllo, quanto mai inflessibili nel sanzionare pesantemente anche le benché minime dimenticanze.

Tutte scelte che nulla hanno avuto che spartire con la ricerca del “bene comune” e della “crescita del sistema Paese”, ma compiute esclusivamente  per la necessità di compiacere “gli amici” o “gli amici degli amici”, di coltivare indissolubili clientele nei collegi elettorali, di gratificare lobbies e potentati economici se non addirittura, nei casi peggiori, di aumentare la piaga del malaffare e della corruzione.

Non possiamo più essere indulgenti di fronte alle responsabilità di tutta questa classe politica principale artefice del dissesto del nostro Paese e dimostratasi incapace di ascoltare i reali bisogni della gente e di agire di conseguenza!

Non possiamo più permettere che “mentre a Roma si discute inutilmente nel resto d’Italia di muore, e non solo metaforicamente”.

Dobbiamo avere il coraggio di scelte forti che sappiamo imprimere, a tutti i livelli della gestione della cosa pubblica, un cambio di tendenza radicale mirato all’efficienza del sistema, all’uso razionale ma concreto delle limitate risorse disponibili e alla concreta crescita e sviluppo del Paese.

Allo stato attuale poco incisive risultano essere le iniziative del Governo indirizzate a una ripresa dell’economia reale e allo sviluppo del Sistema Paese. E tanti potrebbero essere gli ambiti di intervento: liquidità, credito, burocrazia, costo del lavoro, fiscalità eccetera.

Il tempo a disposizione è limitato e interventi che possano rilanciare il sistema economico non sono più procrastinabili.

Con coraggio il Governo deve porre mano ad interventi certi e concreti: a una situazione di crisi straordinaria occorre rispondere con misure straordinarie da attuare immediatamente.

Bisogna agire con provvedimenti d’urgenza e immediatamente applicabili, mettendo in campo da subito strumenti e risorse per superare i gravi handicap strutturali che stanno soffocando la nostra economia e che solo in minima parte i recenti provvedimenti in materia di liberalizzazioni e semplificazioni hanno provato ad intaccare.

Le aziende hanno bisogno in questo periodo di liquidità per far fronte alle commesse, per pagare i dipendenti, per innovare, crescere e svilupparsi.

Far riprendere un regolare flusso di denaro dagli istituti bancari al mondo delle imprese e garantire un “ciclo virtuoso” dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione sono le principali emergenze a cui far fronte.

Un primo intervento che abbiamo sollecitato come Confartigianato è quello che consenta agli imprenditori la compensazione tra i crediti, che vantano nei confronti della Pubblica amministrazione, con le imposte da pagare al Fisco.

Una compensazione che potrebbe anche essere temporanea per il periodo più acuto della crisi economica, ma necessaria per facilitare la sopravvivenza delle imprese nell’attuale drammatica congiuntura.

Le piccole imprese sono l’anello debole di una catena lunga fatta di clienti che non pagano, come la Pubblica Amministrazione; credito sempre più difficile da ottenere; pressione fiscale e burocratica sempre più elevata; evasione fiscale e “economia sommersa” che strangolano quella reale fatta dagli onesti cittadini e imprenditori, costi dell’energia e di altri fattori che concorrono alla competitività delle imprese che non reggono il confronto con i principali competitor europei e internazionali.

Dobbiamo fare in modo che si torni ad investire e produrre in Italia creando le condizioni più favorevoli e vantaggiose per le aziende.

Con un carico fiscale complessivo al di sopra del 50%, primato poco invidiabile non solo europeo ma probabilmente mondiale, non possiamo certo pensare di vincere la concorrenza con quei Paesi che impongono agli imprenditori una tassazione che raggiunge al massimo il 35% e che “fanno ponti d’oro” a chi decide di investire nei loro confini.

L’Italia è ancora il settimo paese manifatturiero del mondo e, nonostante tutto, il marchio “made in Italy” tira ancora sul mercato mondiale, come testimoniano i dati sulle esportazioni anche in questo drammatico periodo.

Ma il declino progressivo di una vera “cultura d’impresa” e tutti i reali ostacoli che ne contrastano la crescita e lo sviluppo competitivo, non giocano certo a favore di un futuro roseo del nostro sistema produttivo.

Non siamo a chiedere privilegi o trattamenti particolari per gli artigiani o la nostra Associazione.

Chiediamo un trattamento equo e giusto per coloro che ogni giorno concorrono a “rimettere in moto” l’Italia; rispetto e considerazione per gli imprenditori, le loro famiglie e i loro collaboratori; disponibilità all’ascolto, alla collaborazione e alla concertazione.

PROPOSTE AI FUTURI AMMINISTRATORI

Anche se ci troviamo di fronte ad una crisi globale, è nostra convinzione che la soluzioni ad alcune problematiche e criticità, così come alcune possibilità di crescita e sviluppo, passino da una oculata e seria gestione della politica locale, attenta alle tematiche delle realtà territoriali e in grado di evidenziare e valorizzare le caratteristiche peculiari che il territorio ha sempre saputo esprimere.

E questo pur in assenza, o meglio, pur non potendo più disporre dei tradizionali flussi di denaro garantiti negli anni precedenti dallo Stato.

Questa grave situazione di difficoltà sta interessando tutte le componenti sociali e, pertanto, richiede un impegno convinto, serio e continuo di tutti coloro che possono creare le condizioni per far ripartire il sistema economico.

Il tessuto economico e sociale della nostra Città e del nostro territorio cremasco è profondamente caratterizzato dalla forte presenza delle micro e piccole imprese sia in ambito produttivo che in quello dei servizi e del commercio.

In base ad uno studio condotto dall’Osservatorio Regionale della Confartigianato, nel 2011 le imprese registrate in Camera di Commercio con sede nel Comune di Crema ammontavano a 3.447 unità, di cui il 24% circa, per la precisione 812, artigiane.

Gli addetti occupati nel settore artigiano sempre alla stessa data erano 2.233, pari al 6,5% della numero totale degli abitanti della città, e la dimensione media delle imprese artigiane presenti in città è pari a 3 addetti per azienda, superiore alla dimensione media rilevata a livello provinciale.

Sono queste imprese che garantiscono, come si può notare e nonostante tutto, i livelli occupazionali e le possibilità di lavoro e sviluppo a coloro che sul territorio sono insediati, siano essi lavoratori dipendenti o imprenditori, tranquillità alle famiglie e una serena coesione sociale.

Ma proprio su queste imprese oggi si scarica un peso fiscale eccessivo, e i costi sempre più alti dei ritardi e delle inefficienze del sistema, che constano alle imprese ogni anno sia in termini di tempo che di risorse.

Lo sviluppo delle realtà artigianali e delle micro e piccole imprese significa, pertanto, la crescita sociale ed economica del nostro territorio e per questo che con fermezza siamo a chiedere prima di tutto che “Crema e il Cremasco diventino un territorio su misura per artigiani e micro e piccole imprese”.

I nuovi amministratori dovranno porsi come obiettivo primario quello di favorire le migliori condizioni possibili per promuovere le attività imprenditoriali che rappresentano ancora “la spina dorsale” della nostra economia

Un compito non facile, soprattutto in questa particolare contingenza in cui i tagli dei trasferimenti e le rigidità di bilancio e spesa imposte agli enti locali hanno, di fatto, ingessato quasi totalmente la capacità d’intervento e di investimento di Comuni e Province.

Ma quello che noi chiediamo alla nuova Amministrazione Comunale di Crema non sono certo “libri dei sogni” ricchi di progetti irrealizzabili o, dipendenti in tutto o in parte, dalla volontà o capacità realizzative di altre istituzioni o di soggetti diversi.

Noi siamo a sollecitare interventi precisi e mirati su problematiche che toccano da vicino le nostre imprese e che potrebbero anche trovare soluzioni “a costo zero” per la pubblica amministrazione, soprattutto in prospettiva di quel “federalismo fiscale”, destinato a far assumere agli Enti Locali, almeno nelle intenzione dei suoi sostenitori, un’importanza sempre maggiore in materia di gestione delle risorse, del territorio e dei servizi ai cittadini e alle imprese.

E’ evidente che per svolgere adeguatamente i nuovi compiti che sono loro attribuiti le Amministrazioni Locali dovranno riconsiderare non solo le strutture e gli strumenti a loro disposizione, ma anche il modo di esercitare i nuovi compiti e funzioni con economie di scala, professionalità efficienza ed efficacia.

CREMA “CAPOCOMPRENSORIO” E “POLO ATTRATTORE”

Il nostro mondo delle imprese, anche quello delle micro e piccole, è continuamente sollecitato alla realizzazione di collaborazioni, creazioni di reti e/o aggregazioni tra le stesse imprese per accrescerne le capacità competitive sui mercati.

Le Amministrazioni locali devono anch’esse porsi il problema di implementare e attivare sistemi di collaborazione, messa in rete, unioni ed aggregazioni per migliorare l’efficienza, la professionalità, l’economicità e la razionalità dei propri compiti istituzionali.

Non con lo scopo di moltiplicare “poltrone da spartire” o aumentare “centri di potere” su cui far pressione, ma per favorire la miglior gestione della “cosa pubblica”, creando realmente situazioni virtuose e vantaggiose per i singoli cittadini, le imprese  e l’intera comunità.

In questo contesto siamo convinti che l’Amministrazione Comunale di Crema abbia un ruolo fondamentale da svolgere come città “capo comprensorio” e “polo attrattore” in quanto sede di enti pubblici ed economici, polo universitario, istituti scolastici, centri di collegamento per la mobilità di persone e merci, centri di manifestazioni culturali, enti ed istituti sanitari e previdenziali.

Un ruolo che il Comune di Crema deve assolutamente recuperare, per essere guida in un percorso di rilancio e sviluppo del Cremasco che deve vedere protagoniste gli Enti Locali e tutte le forze vive e attive del territorio.

Un progetto che, rinunciando alla “gestione campanilistica del territorio” che molte opportunità ha fatto perdere e troppe distorsioni e sprechi di risorse e territorio ha causato in passato, sappia puntare ad uno sviluppo complessivo della nostra realtà comprensoriale.

Collaborazione, confronto, attivazione di sistemi di rete dovranno essere le parole d’ordine per il futuro, puntando sempre più all’attuazione del “principio della sussidiarietà” come elemento qualificante di un sistema complesso in cui competenze già attive sul territorio, sviluppate da privati e dal sistema associativo e delle imprese, si integrano in un’ottica di rete, moltiplicando le ricadute positive e generando scambi di buone pratiche.

La contrazione delle risorse imposta dalla contingenza economica attuale deve spingere le Pubbliche Amministrazioni ad agire sempre più come facilitatore dello sviluppo e sempre meno come attuatore/accentratore, valutando, valorizzando e sostenendo le iniziative positive che nascono nel contesto sociale ed economico in cui sono inserite.

SERVIZI ALLE IMPRESE

Lo “Sportello Unico” per le imprese è un obiettivo condiviso da tutti e di cui si parla da tempo. A nostro parere è giunto il momento che la prossima amministrazione comunale porti a compimento quanto già iniziato, addivenendo alla completa implementazione in autonomia del servizio e divenendo anche punto di riferimento per altre realtà del territorio.

Alla nuova amministrazione comunale chiediamo di mettere in campo tutti gli strumenti necessari che possano garantire una riorganizzazione degli uffici in modo da “concentrare”, anche attraverso un utilizzo appropriato dei mezzi informatici, in un unico luogo l’interfaccia burocrazia-imprenditore, per un più agevole disbrigo delle pratiche d’avvio e gestione d’impresa.

Attività magari….non possibile in un “sol giorno”, ma per lo meno con minor spreco di tempo e senza inutili girovagare da un ufficio all’altro.

APPALTI PUBBLICI

Riteniamo importante che l’Amministrazione locale faccia propri i principi contenuti nel cosiddetto “SMALL BUSINESS ACT”, adottato dalla Commissione Europea e recepito dal nostro ordinamento nazionale, e adotti da subito e con decisione tutte le iniziative in grado di valorizzare la presenza della micro e piccola impresa negli appalti pubblici così da stimolare la competitività e, soprattutto, perseguire una migliore crescita economica e sociale del territorio.

Nell’ambito dei princìpi generali sopra ricordati, è prevista una pluralità di iniziative e di misure che le pubbliche amministrazioni possono adottare soprattutto per quanto riguarda il mercato dei contratti pubblici:

– migliorando la conoscibilità dei bandi di gara e delle procedure per l’affidamento dei contratti;

– semplificando le procedure di gara;

– individuando meccanismi che consentano una maggiore e più agevole partecipazione delle piccole e micro imprese alle procedure per l’affidamento di contratti;

– istituendo un sistema di monitoraggio e valutazione della qualità delle prestazioni.

Orgogliosamente possiamo affermare che già tre anni fa, anticipando in parte i contenuti dello “Small Business Act”, avevano chiesto ai Sindaci del territorio e all’Amministrazione Provinciale interventi concreti per favorire, senza l’impiego di risorse aggiuntive e nel massimo rispetto della normativa vigente, l’attività delle imprese del territorio.

A tal proposito avevamo indicato alcune priorità che riteniamo tuttora valide e applicabili:

– in primo luogo chiediamo che nell’iter di affidamento dei lavori si faccia ricorso alla “procedura negoziata”, i cui limiti sono stati innalzati sia per quanto riguarda  l’esecuzione dei lavori (€ 500.000) che per la fornitura di servizi (€ 200.000).

– Ciò comporta che si possa provvedere alla segmentazione dei lotti d’intervento, riducendo l’importo dei lavori messi a gara al di sotto dei limiti sopra evidenziati, in modo da poter realmente affidare alle imprese della nostra città e del territorio la realizzazione degli interventi previsti.

– Pur consapevoli delle difficoltà economiche in cui versano gli Enti Pubblici in questo periodo, riteniamo opportuno sollecitare la rapida cantierizzazione di tutti gli interventi che il Comune avrebbe la possibilità di realizzare.

– Pur apprezzando gli sforzi già compiuti dal Comune di Crema e anche in questo caso consapevoli dei rigidi limiti imposti dal patto di stabilità, in un periodo di forte liquidità quale quello che stiamo vivendo, riteniamo indispensabile l’impegno da parte della Pubblica Amministrazione a garantire pagamenti più rapidi possibili, nei confronti di quelle imprese che hanno operato o stanno lavorando per il Comune.

Non è concepibile, infatti, che le imprese rischino di dover chiudere perché i crediti vantati nei confronti degli Enti Pubblici, non vengono onorati nei tempi stabiliti, quando al contrario la Pubblica Amministrazione è intransigente nel pretendere e nell’agire con tutti i mezzi a disposizione nei confronti dei contribuenti che non rispettano le scadenze fiscali e tributarie.

Anche se al riguardo, a onor del vero, l’Amministrazione Comunale di Crema è finora risultata tra le più virtuose.

LEGALITA’

Un altro ambito in cui chiediamo massimo rigore da parte del Comune è quello relativo al controllo delle attività e al rispetto delle regole.

La legalità è un valore importante per la città perché disincentiva la concorrenza sleale legata all’evasione fiscale e al lavoro sommerso, l’elusione delle norme in merito alla sicurezza e alla tutela del lavoro, la produzione e la vendita di merci e la somministrazione di servizi non conformi ai minimi standard di qualità.

Il tutto con grave nocumento per le imprese “regolari”, che pagano le tasse e operano nel pieno rispetto della normativa e il più delle volte risultano vessate da controlli e vincoli eccessivi, e gravi rischi per i cittadini clienti-consumatori.

Una città che non vigila e non controlla il rispetto delle normative vigenti è una città che non tutela chi meglio lavora.

E che apre le porte a forme di illegalità, concorrenza sleale e, purtroppo, anche delinquenza che possono divenire progressivamente sempre più gravi, minacciando ulteriormente la sicurezza, la tranquillità, e perché no? la salute, di chi produce e vive in città.

Anche a Crema “situazione al limite” ne esistono in diversi campi, quello dell’estetica e del benessere è sicuramente uno dei più a rischio, e pertanto chiediamo una maggior attenzione e controlli più severi anche per quanto riguarda rispetto degli orari giornalieri e delle giornate di chiusura settimanali.

FISCALITA’ LOCALE

Ricordando il grave momento che stanno vivendo le imprese del territorio, l’invito che ci sentiamo di rivolgere ai futuri amministratori e quello di aiutare le imprese anche attraverso la giusta e equa applicazione delle aliquote inerenti i tributi locali.

Questa richiesta è determinata dalla necessità di ridurre l’impatto della fiscalità in un momento in cui necessita rilanciare l’economia, gli investimenti e l’occupazione.

A fronte delle recentissime decisioni del Governo di non intervenire immediatamente sulla riduzione del carico fiscale, ci appelliamo alle Amministrazione Locali affinché non determinino un incremento delle tassazioni di loro competenza che rappresenterebbe un insopportabile, ulteriore aggravio per le imprese

In modo particolare chiediamo una particolare attenzione nell’applicazione delle aliquote Imu relative agli immobili adibiti ad attività produttiva.

L’immobile per un’azienda è un bene strumentale e va considerato alla pari di un’attrezzatura: non è pensabile che sia tassato come una seconda o una terza casa!

Inoltre le Amministrazioni Locali, unitamente agli altri soggetti a questo già deputati, saranno chiamate ad un protagonismo sempre maggiore nella lotta all’evasione fiscale e alle varie forme di economia sommersa che rappresentano una delle piaghe più grandi e dolorose del nostro sistema.

Auspichiamo che l’impegno in questa direzione non si tramuti in un accanimento e vessazione nei confronti dei “soliti noti” che le tasse già le pagano portandosi ingiustamente addosso, nonostante tutto, l’infamante marchio di “evasore fiscale”.

Da scovare sono coloro che al sistema fiscale sono totalmente o parzialmente sconosciuti e che godono di una sorta di immunità legata alla difficoltà nell’individuarli e nell’accertarne le violazioni.

Sacche di evasione, elusione e sommerso sono sotto gli occhi di tutti anche nel nostro territorio anche se non spetta a noi in questa sede stilare “liste di proscrizione”.

Confidiamo, e siamo disposti ad offrire la nostra collaborazione, in un’azione seria ed equilibrata che consenta di compiere significativi passi verso un sistema di giustizia sociale e tributaria sempre più equa e condivisa.

Pur consapevoli del fatto che le casse comunali “piangano”, confidiamo che i futuri amministratori rifuggano dalla tentazione di “far cassa” a tutti i costi, accanendosi sulle tasche dei già tartassati contribuenti, mascherando, dietro il nobile e irrinunciabile concetto della “sicurezza dei cittadini”, un uso esasperato, per esempio, dei sistemi di rilevazione di velocità o del controllo esasperato delle soste.

Tutto deve essere animato dal giusto “equilibrio” e dal sano e mai fuori moda concetto del “buon senso”.

Qualche “servizio” in meno a curare i “dischi orari” o a fotografare di nascosto “le velocità” di auto e moto e qualche agente in più nei quartieri o a vigilare sul rispetto delle regole della vita della nostra comunità, a nostro avviso, non sarebbero da disprezzare.

PATTI TERRITORIALI

E’ pensabile poi intensificare, e anche questa era una proposta già contenuta nella citata “lettera” inviata ai Sindaci dalla nostra Associazione, le sinergie tra Comune e imprese attraverso nuove forme di collaborazione per  favorire gli interventi di riqualificazione del patrimonio comunale quali: manutenzione straordinaria degli immobili, arredo urbano e aree verdi, rinnovo ed ottimizzazione degli impianti in linea con le nuove tecnologie della green economy.

La nostra Associazione è pronta a fare la sua parte per favorire il coinvolgimento delle aziende, predisporre piani di fattibilità e promuovere, anche attraverso lo strumento fondamentale rappresentato dal nostro Confidi Artigianfidi Lombardia, l’intervento del sistema bancario.

TARIFFE AGEVOLATE IN CENTRO

Ma le nostre imprese necessitano anche di “piccole” attenzioni e misure “quotidiane” che, una volta attuate, potrebbero avere sensibili ricadute sul sistema e sui cittadini che si avvalgono dell’opera degli artigiani stessi.

A nostro avviso sarebbe necessario istituire una forma di “abbonamento speciale di parcheggio” a tariffa agevolata, magari adeguandola a quella prevista per i residenti, per coloro che, previa presentazione della opportuna documentazione, dimostrano la necessità di operare per un determinato periodo nelle zone centrali della città dove, tutti sappiamo, è possibile parcheggiare solo nelle “strisce blu”.

Oggi, chi ha questa esigenza, ha solo due strade obbligate da seguire: o parcheggiare i mezzi in stalli liberi, che però sono solitamente lontani dal luogo dell’intervento con i conseguenti disagi che questo comporta sia per quanto riguarda i trasferimenti che il trasporto delle attrezzature, o obbligare gli stessi a “rifornire in continuazione” i parcometri alle tariffe ordinarie, con un evidente aggravio di costi e di tempi che inevitabilmente sono destinati a riversarsi sul committente finale dell’intervento.

Una soluzione, quindi, potrebbe essere proprio quella di istituire una “tariffa speciale per le attività produttive” applicabile per tutto il tempo dell’intervento o per la durata del cantiere.

INFRASTRUTTURE

Pur volendo focalizzare l’attenzione su interventi “alla portata” della futura amministrazione comunale, e che non dipendano da contesti più ampi e dal coinvolgimento di responsabilità di altri Enti e Istituzioni, non possiamo non citare, seppur solo per “titoli”, alcuni interventi infrastrutturali che riteniamo prioritari per lo sviluppo del territorio e delle attività produttive che vi operano:

1) oltre al previsto casello di Fara Olivana/Romano sarebbe importante puntare su un collegamento diretto anche al Casello dell’Autostrada “Brebemi” di Calvenzano-Treviglio che agevolerebbe il traffico in direzione Milano;

2) riqualificazione della ex statale “Crema-Lodi” per  facilitare rapidi e funzionali innesti sulla rete autostradale nazionale;

3) completamento della riqualificazione della Paullese con la realizzazione del nuovo ponte sull’Adda.

Tenuto poi conto delle scarsità, se non addirittura, totale assenza di risorse pubbliche, si auspica che venga messa in campo una progettualità e una capacità di iniziativa in grado di favorire l’intervento dei privati nella realizzazione e gestione di strutture ritenute utili per la città e il territorio quali, in primis, la “struttura polifunzionale” in grado di ospitare grandi eventi sportivi, assembleari, espositivi, fieristici e culturali.

Nell’ambito delle infrastrutture a servizio della città e del territorio riteniamo assolutamente prioritario, e prendiamo atto che la problematica è ben presente a tutti i candidati in lizza per la poltrona di Sindaco, che vengano sviluppate tutte le “opportunità che la tecnologia virtuale” mette a disposizione.

Le autostrade informatiche e le sempre crescenti opportunità fornite dalle nuove tecnologie, rappresentano dotazioni da cui non si può prescindere se si vuole puntare a far un salto di qualità al territorio, garantendo nel contempo un vantaggio competitivo a tutto il sistema produttivo.

ATTRATTIVITA’ DEL TERRITORIO

Dal punto di vista strategico risulta alquanto significativo individuare le specificità del territorio e favorire la realizzazione di interventi in grado di aumentarne il valore, con l’obiettivo di attrarre e mantenere le attività e le risorse che ne favoriscano il rilancio, la crescita e lo sviluppo.

La capacità di un sistema territoriale di intercettare nuovi investimenti di impresa è legata alla presenza di un contesto localizzativi favorevole, sia in termini di dotazioni fisiche che di fattori intangibili.

A tal proposito vogliamo poi ricordare che vi sono anche finanziamenti pubblici finalizzati a sostenere queste opportunità.

E qui entra in gioco la capacità della struttura dirigenziale e manageriale dell’Ente Locale nel saper attivare la totalità di opzioni al fine di poter beneficiare di tutte quelle opportunità, sia in termini di conoscenza, alleanze progettuali e risorse, quest’ultime oggi purtroppo sempre meno, che ai vari livelli, regionali – nazionali e comunitari, si possono reperire.

SITUAZIONE ASSOCIATIVA

In questo difficile contesto socio-economico si è trovata ad operare la nostra Associazione, condividendo giorno dopo giorno le difficoltà delle aziende e degli imprenditori e dovendo necessariamente “rimettersi in discussione” sia dal punto di vista strutturale-organizzativo che operativo-gestionale per poter affrontare in maniera adeguata le sfide del presente e del futuro.

Lo si dice da tempo e da più parti: “questa crisi ha cambiato il mondo e anche l’economia, una volta tornato il sereno, non sarà più la stessa”.

L’Associazione Autonoma Artigiani Cremaschi è pronta ad accettare queste nuove sfide e in tal senso ha avviato un percorso di riorganizzazione, ammodernamento e razionalizzazione della propria strutture, dei servizi e delle procedure.

Per adempiere al meglio al compito a cui siamo chiamati abbiamo messo a disposizione delle imprese una rete di servizi efficace e moderna, costantemente supportata dalle più moderne e avanzate tecnologie e da una struttura tecnica competente, efficiente ed efficace.

Nel segno della continuità con la nostra tradizione e storia, molto intenso in questo periodo è stato l’impegno profuso sul fronte della rappresentanza, per continuare ad essere interlocutori credibili ed affidabili nel panorama socio-economico e istituzionale del nostro territorio.

E con orgoglio possiamo dire che l’Autonoma Artigiani Cremaschi non manca mai di offrire il proprio apprezzato e qualificato contributo in tutti i contesti in cui siamo chiamati a portare il nostro bagaglio di esperienza e la nostra collaudata capacità progettuale e operativa.

Ma la necessità di cambiamento e adeguamento alle nuove esigenze sicuramente non faranno mai venire meno i valori e le intuizioni che nel gennaio di 53 anni fa spinsero nove artigiani ad iniziare questa favolosa avventura, animandone l’azione sino ai nostri giorni:  “camminare insieme alle imprese e agli imprenditori ed essere per loro un preciso punto di riferimento”

A questa missione abbiamo mantenuto fede in tutti questi anni, privilegiando sempre la rappresentanza degli interessi delle aziende e l’erogazioni di servizi ad essi funzionali, ad attività magari più redditizie e soddisfacenti in termini economici.

In questo affascinate, stimolante e anche impegnativo percorso non siamo stati soli, ma abbiamo avuto la possibilità di camminare insieme a tanti amici e colleghi con i quali si sono condivise le stesse passioni e idealità.

Tutti accomunati dalla stessa appartenenza a CONFARTIGIANATO IMPRESE, la più grande organizzazione dell’artigianato e delle micro e piccole imprese a livello nazionale e che da sempre vede la nostra Associazione soggetto attivo e propositivo sia a livello nazionale che regionale.

E proprio quest’anno la Confederazione Regionale taglierà il traguardo dei 40 anni di vita, essendo stata fondata nel 1972 da tutte le strutture  Confartigianato della Lombardia tra cui l’Associazione Autonoma Artigiani Cremaschi.

Un sistema che in questi anni ha saputo generare sinergie significative che si sono concretizzate in strumenti concreti a servizio delle imprese e dei territori.

Realtà come Elfi, l’Ente Lombardo di Formazione Imprese che ho l’onore di presiedere, il Cenpi, il Consorzio per l’Energia per le Piccole Imprese, il sistema lombardo dei Cait, i Centri di Assistenza Impianti Termici, e Artigianfidi Lombardia, il maxi Confidi della Confartigianato Lombardia nato dalla fusione di 9 realtà territoriali tra cui la Cooperativa Artigiana di garanzia dell’Autonoma Artigiani Cremaschi, rappresentano una risposta concreta ai bisogni delle imprese e tasselli importanti nel complesso sistema dei servizi associativi.

Tanto è stato fatto, ma sono tanti e qualificanti i progetti che sono stati messi in cantiere a livello di Confederazione Regionale.

Su tutti spiccano la volontà di dare concreta attuazione a livello lombardo dell’Agenzia delle Imprese, e i percorsi già avviati per una Società di Servizi e un Centro ICT unico a disposizione di tutte le associazioni territoriali di Confartigianato.

CONCLUSIONI

Concludo questa mia relazione ringraziando gli ospiti che hanno risposto al nostro invito.

Da parte nostra il desiderio di confrontarci con loro sui temi dello sviluppo della città, del territorio e del sistema economico e produttivo non si esaurisce certamente oggi.

Sarà nostro impegno controllare lo “stato di avanzamento” degli impegni programmatici assunti in questa campagna elettorale, e mantenere aperto un canale costante di ascolto, confronto e proposta sia con coloro che assumeranno direttamente la responsabilità di guida della città di Crema sia con chi, da altri ruoli e con altre competenze, sarà comunque chiamato a contribuire alla gestione della nostra comunità.

L’augurio è che, con l’impegno di tutti, si possano creare sinergie positive e creare le situazioni più favorevoli per un futuro sereno e prospero per tutti noi, ma in particolare per le nuove generazioni.

E ai giovani, imprenditori e lavoratori di domani,  saranno rivolte alcune significative azioni che la nostra Associazione metterà in campo nel corso di questo mandato.

E’ compito comune, mondo delle imprese, enti e istituzioni pubbliche e sociali, impegnarsi per orientare le scelte di chi, attraverso un percorso scolastico di formazione e di istruzione, sta decidendo del suo futuro.

Dobbiamo far riscoprire la bellezza e i vantaggi dell’”essere artigiano” e del “lavoro autonomo”.

Una possibilità concreta per il futuro, una sfida importante ma nel contempo una sfida bellissima che si fonda sull’abilità manuale, la capacità imprenditoriale e la sapienza.

In un mercato del lavoro fatto di poche certezze a tanta precarietà, la scelta di imparare un mestiere e provare la strada del lavoro autonomo assume in questo quadro ancor più il senso di una opportunità valida e da considerare con attenzione.

Senza illudere che possa essere una vita facile, ma che sicuramente, se fatta con passione, entusiasmo e intelligenza, può riservare molte soddisfazioni.

Grazie naturalmente a tutti gli artigiani e imprenditori presenti e a quanti continuano a vedere nell’Autonoma Artigiani Cremaschi un punto di riferimento certo e sicuro.

Di strada ne abbiamo già fatta tanta, ma quella ancora da percorrere è ancora lunga e, oggi più che mai, irta e ricca di insidie.

Insieme sicuramente potremo farcela e scrivere un’altra bellissima pagina di questa esaltante avventura cominciata oltre cinquanta anni fa.

 

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