Degli Antoni rilancia l’allarme università:
“Decisivi i prossimi tre anni”
La nascita del Polo tecnologico
per lo sviluppo del Cremasco
la soluzione proposta
I prossimi tre anni saranno decisivi per il futuro dell’università. Stavolta a lanciare l’allarme è il professor Gianni Degli Antoni, l’uomo che con Guido Torriani si adoperò in massima parte per la costituzione del polo di via Bramante. Il dato è emerso nel corso di un confronto organizzato nell’ambito della campagna elettorale al quale hanno partecipato i candidati sindaco Antonio Agazzi e Stefania Bonaldi e il giornalista Antonio Guerini nella veste di moderatore.
Degli Antoni nella sua articolata analisi ha posto l’accento sul fatto che a breve il Dti, il Dipartimento Tecnologico di Informatica, entrerà a far parte del Dipartimento di Informatica. “Il Dti – ha sottolineato il professore -, nei fatti ritorna ad essere sede staccata, che rischia la chiusura nel giro di 3 anni”. E, strana coincidenza, tre anni è anche il periodo di validità della convenzione appena rinnovata fra la Statale di Milano e le istituzioni locali a garanzia dell’impegno dell’ateneo in città.
Degli Antoni ha proposto anche la “medicina” per andare oltre la malattia che rende incerto il futuro del presidio di via Bramante: rilanciare l’università dando corso a quell’idea di Polo Tecnologico e di sviluppo per il territorio mai andata in porto. L’idea centrale è creare attorno all’attuale modello una struttura di servizi in grado di integrare sempre più studenti, docenti, ricercatori e mondo dell’economia e delle imprese creando una sinergia virtuosa a beneficio del Cremasco. Motore ancora una volta saranno l’informatica, l’elettronica e le nuove scienze a servizio della moderna tecnologia. Perché questo rilancio possa avvenire conditio sine qua non la base è l’impegno che dovranno assumersi gli attuali finanziatori della struttura (Regione, Provincia, Comune) e del mondo dell’associazionismo d’impresa chiamati a federarsi in una sorta di Camera delle associazioni per lo sviluppo del territorio. Il passaggio successivo è la nascita di una Fondazione a gestione pubblico/privata che sostenga l’università avendo come obiettivo – se non di breve, quanto meno di lungo periodo – la sua autonomia da Milano. Fondazione gestita da un direttore e composta da un “Senato di saggi”. Il modello da seguire è quello Svizzero, l’esempio, invece, quello di Adriano Olivetti al quale l’ateneo andrebbe intitolato. “Ma perché ciò abbia compimento – ha incalzato Degli Antoni – serve coraggio”. Dal canto loro Agazzi e Bonaldi hanno ammesso che le preoccupazioni sul futuro sono condivisibili (“D’Altronde – le parole del candidato sindaco del centrodestra – lo stesso intervento di Decleva non ci ha molto rassicurati”), ma la sfida proposta da Degli Antoni è titanica. Così il discorso è scivolato sui temi che innervano i programmi elettorali dei contendenti, anche se, è stata la chiusura di Bonaldi, “sarà interessante approfondire il discorso della Fondazione”. Già, sarà interessante farlo anche perché, come sottolineato dallo stesso Degli Antoni, la sua proposta è vecchia già di qualche anno, ma nel territorio nessuno ha mai avuto il coraggio o la forza di prenderla in considerazione.
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