Cronaca

Stazioni di servizio e calo dei consumi
L’allarme della Figisc Confcommercio
Firme contro l’aumento delle accise

Il presidente provinciale Bossi durante l’incontro nella sede cremasca di Confcommercio

 

I gestori delle stazioni di servizio non solo devono fronteggiare il calo dei consumi determinato dall’impennata dei prezzi dei carburanti, ma si trovano a subire un mercato che appare sempre meno attento alle esigenze delle piccole imprese. Per garantire la sopravvivenza della categoria Figisc Confcommercio è pronta a dare battaglia. Tanto sul piano locale quanto a livello nazionale.

ASSEMBLEA NELLA NUOVA SEDE

Così, nella nuova sede di Crema, per la assemblea dei gestori di Confcommercio è intervenuto anche il presidente nazionale Luca Squeri. Si sono affrontati i temi delle evoluzioni normative, delle liberalizzazioni, dell’andamento di prezzi e consumi. Proprio per questo Figisc ed Anisa daranno avvio, nelle prossime settimane, ad un’iniziativa che ha al centro proprio il problema della eccessiva tassazione dei carburanti.

CARBURANTI E TASSAZIONE

“Su tutto il territorio nazionale – commenta Luca Squeri – presso tutti gli impianti della rete distributiva e d’intesa con tutti i soggetti che la vorranno condividere, verrà lanciata una raccolta di firme a sostegno di una petizione popolare che chiede una forte riduzione delle imposte sui carburanti ed il ripristino del regime di prezzi amministrati per questo bene indispensabile alla mobilità di tutti gli italiani”.

“Il comparto petrolifero – ha continuato Squeri – è nel suo complesso in una situazione di crisi che coinvolge tutto il percorso della filiera e i gestori sono esposti ad un elevato rischio di default”. Ad aggravare la situazione delle imprese, poi, le liberalizzazioni stanno portando a nuovi modelli distributivi.

I gestori delle stazioni di servizio

CONCORRENZA E PROBLEMI

Come quelli degli Iperself 24 che prevedono di estendere anche durante l’orario di apertura dell’impianto la modalità di vendita self service prepay prima riservata all’arco orario di chiusura dell’impianto. Ma in questo modo tagliano in maniera drastica i margini (peraltro già ridotti) dei gestori, si spostano quote significative del venduto su questa modalità senza incrementare il numero di litri venduti con il solo risultato di render gli utili troppo esigui per continuare l’attività”.  Tra le altre voci che pesano in maniera non certo trascurabile sulle imprese ci sono anche i costi delle operazioni con di credito o bancomat . “E’ necessario che si arrivi ad una vera gratuità per i gestori e per i clienti – ha spiegato il presidente provinciale Graziano Bossi –. I costi di commissione della moneta elettronica che le banche impongono vanno a decurtare almeno del 60% il margine lordo di 4 centesimi al litro dei gestori e laddove c’è lo sconto addirittura il margine viene azzerato: una condizione che è incompatibile con una gestione economicamente sostenibile dell’attività di distribuzione. Senza dimenticare che la riduzione dei pagamenti con cartamoneta è necessario, prima di tutto, per aumentare la sicurezza degli operatori, per limitare aggressioni e rapine”.“In questo modo – conclude Bossi – le liberalizzazioni, anziché far ripartire l’economia rischiano di far sparire le imprese. Prima che sia troppo tardi urgono correttivi mirati ed efficaci”.

 

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