Cronaca

La città investe in cultura
Bagno di folla per il museo
rimesso a ‘nuovo’

Foto Giulio Giordano

 

“Qui si conserva il patrimonio storico ed artistico di Crema e del Cremasco. Noi lo affidiamo ai giovani e alle generazioni future perché lo incrementino, lo salvaguardino, non lo disperdano e mantengono sempre vivi i valori della cultura e l’amore per la propria terra”, ha usato la frase di Amos Edallo l’assessore Paolo Mariani domenica 4 dicembre per aprire la cerimonia inaugurale della nuova ala del museo di Crema. Quella stessa frase che è stata incisa sulla vetrina posta proprio all’ingresso del museo contenente un busto del padre del museo cremasco. Da ieri tutti i visitatori che passeggeranno nelle nuove sale potranno leggerla.

SALA GREMITA Pubblico delle grandi occasioni in sala Pietro da Cemmo per la sospirata inaugurazione. Arrivata quasi un anno dopo il previsto, e a seguito di qualche polemica, la giornata è servita anche per fare il punto sulla situazione dell’istituzione cremasca. Punto che è stato fatto da tutti gli interventi che hanno preceduto il taglio del nastro. Quelli istituzionali, del già citato Mariani, del sindaco Bruno Bruttomesso, dell’assessore Simone Beretta (che ha tra l’altro annunciato il recupero della struttura della Tamoil di piazza Garibaldi) e dell’assessore provinciale Chiara Capelletti.

I LAVORI Ma la cronistoria dei lavori è stata fatta dagli interventi tecnici. Innanzi tutto quelli di colei che era stata firmataria dell’intervento del 1992, Lynn Pitcher, e a seguire quelli della nuova curatrice Germana Perani e del rappresentante della sopraintendenza Francesco Muscolino. In breve. Gli interventi hanno riguardato il recupero del cortile dove si trovava la sala Cremonesi, che è diventato il nuovo ingresso del museo. La realizzazione di una scala e di alcune sale ricavate in spazi che erano nel tempo stati “dimenticati”, la realizzazione del bar caffetteria, che ha aperto la scorsa primavera. A livello archeologico nelle nuove sale sono stati esposti, tra le altre cose, il corredo di una tomna celtica rinvenuto nel sito archeologico di Vidolasco, un corredo longobardo che era stato posteggiato in magazzino a Milano. Nei prossimi mesi verranno esposte anche 500 monete rinvenute nei siti archeologici di Rivolta d’Adda e Camisano.

TAGLIO DEL NASTRO Dopo il concerto del coro Monteverdi, diretto dal maestro Bruno Gini, si è tenuto il taglio del nastro a cui hanno fatto seguito una serie di visite guidate che hanno coinvolto tutto il folto pubblico che è intervenuto all’inaugurazione. “Proseguiamo così il lavoro di recupero e di valorizzazione degli spazi museali che stiamo attivamente rilanciando”, ha sottolineato l’assessore Paolo Mariani. Lavoro che è iniziato, come detto, a primavera con l’apertura della caffetteria che sta dimostrando di poter attirare al museo pubblico che difficilmente metterebbe piede nella struttura, e che è proseguita per tutta l’estate con diverse iniziative culturali tra cui le 10 serate della rassegna culturale Anche se piove che ha portato nei chiostri del museo circa 3 mila persone.

Bruno Mattei


FOTOGALLERY – Foto Giulio Giordano



 

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