Cronaca

Piano del traffico
“Milano dimentica Crema”

Alberto Scaravaggi, del comitato pendolari, Fabio Bergamaschi, assessore e Paolo Riccaboni, sindaco di Spino d’Adda

CREMA – Chi è Pierfrancesco Maran e perché ce l’ha con Crema? Una domanda alla quale forse nessuno, neppure Malan, assessore alla mobilità del comune di Milano, saprebbe rispondere. Motivo del contendere? Il Pums, strampalato acronimo che vuol dire Piano urbano della mobilità sostenibile. Ma se è urbano e di Milano, perché dovrebbe interessare Crema? Ma per una serie di motivi quasi tutti politici per i quali Milano è capoluogo, città metropolitana e quant’altro e Crema dovrebbe vivere nella luce riflessa della grande città, goderne i privilegi, acquisirne le priorità. Proprio per nulla, perché Milano  e Maran non sanno neppure dov’è Crema e se ne guardano bene dal varare un piano della loro mobilità sostenibile che possa in qualche modo dare una mano alla nostra città e al nostro territorio. Ma in una cosa l’assessore Maran è riuscito e non è impresa da poco? In 48 ore è riuscito a far mettere una firma sotto a un foglio denso di domande e richieste a ben 38 sindaci del territorio, praticamente tutti quelli raggiunti dall’assessore nostrano alla mobilità, Fabio Bergamaschi, che ha stilato cinque punti per noi importanti e per Maran del tutto trascurabili da sottoporre alla riflessione di quest’ultimo. “Abbiamo inviato – ha detto l’assessore, confortato dalla presenza del sindaco di Spino d’Adda, Paolo Riccaboni e da un rappresentante del Comitato pendolari cremaschi, Alberto Scaravaggi – all’assessore milanese le osservazioni al suo piano, riassunte in cinque punti per noi importanti, per lui trascurabili. Primo tra tutti, la linea 3 della metropolitana. Secondo Maran ci saranno altre due fermate che allungheranno la linea in S. Donato. Ma poi, quando la metropolitana deve spuntare fuori terra e raggiungere Paullo, non se ne fa nulla. E questo è per lo meno contraddittorio perché, conti alla mano, allungare sottoterra di due fermate la MM3 costa di più che arrivare fuori terra a Paullo. Non è possibile prevedere un piano di mobilità senza affrontare il tema della metropolitana fino a Paullo che deve essere realizzata, magari non subito, ma di certo prossimamente. Poi ci sono altri quattro punti. Lo scalo di S. Donato è insufficiente: non c’è mai posto per parcheggiare; lo scalo di Rogoredo è sottodimensionato: non si tiene conto che da lì passano, per esempio, la Tav e le linee ferroviarie. Gli impianti semaforici sulla Paullese tuttora esistenti non vengono considerati e questo comporta code e soste per chi deve viaggiare da e per Milano. Le corsie preferenziali sulla Paullese, previste per i mezzi pubblici sono solo tratteggiate e non considerate con la dovuta attenzione”. Insomma: Milano pensa per sé e non per Crema e ai politici cremaschi questo non piace. Figuriamoci a chi deve viaggiare.

Pgr

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