Economia

Giovani e lavoro, l’allarme
di Libera Artigiani: “Solo il 21,4%
è adatto o vuole imparare”

“Siamo disposti a fare i maestri di bottega, ma non ci sono giovani adatti”.  Il grido dall’allarme sulla difficoltà di trovare giovani da inserire nel mondo del lavoro, lo lancia l’Associazione Libera Artigiani, alla prese con la ricerca di giovani da inserire nelle aziende artigiane. Giovani che non ci sono, oppure non hanno voglia di sporcarsi le mani, oppure non sono sufficientemente preparati per svolgere questi compiti. E soprattutto non sono disposti ad imparare, ad fare apprendistato, ma vogliono il posto di lavoro fisso e subito. A questo si aggiunge l’altra faccia della medaglia: le imprese artigiane che faticano ad insegnare un lavoro, causa la troppo burocrazia e le leggi sulla sicurezza che impediscono ai datori di lavoro di insegnare ad un tirocinante. Fino ai 18 anni non possono essere impiegati per la maggior parte dei lavori, dopo i 18 anni a volte è troppo tardi per insegnare un lavoro dall’inizio.

E in mezzo c’è la scuola che a causa delle troppe difficoltà, non riesce a preparare adeguatamente gli studenti all’ingresso nel mondo del lavoro. Partitendo da una indagine della Cgia di Mestre che dice che 45mila posti di lavoro ogni anno restano vuoti, la Libera Artigiani di Crema ha analizzato i dati locali ed il quadro che ne è uscito non è dei più rosei.  Su 250 domande giunte in associazione, il 40,8% non ha avuto un seguito lavorativo. Di questi il 30% dei giovani non ha trovato impiego per via della crisi, il restante 18,8% è in stand-by in attesa di tempi migliori. Il 23,5% dei ragazzi che invece aveva visto soddisfare al propria domanda e stava provando a imparare un lavoro ha ceduto, o perché il lavoro era troppo faticoso, o perché non avevano più l’entusiasmo oppure perché lo stipendio non soddisfaceva la aspettative. Nel 14,3% dei casi invece è stato l’artigiano a dire basta non trovando adeguate motivazioni nel giovane. Solo il 21,4% dei ragazzi ha visto la propria richiesta soddisfatta e sta facendo tirocinio nelle botteghe artigiane del territorio.

Di questo 21,4% ben l’80% aveva già svlto con successo uno stage in azienda durante il periodo scolastico. Da qui l’importanza della scuola. E della formazione in tandem con il mondo dell’artigianato. “Stiamo collaborando già con le scuole cremasche ma le invitiamo a seguirci per il futuro dei nostri giovani”, ha detto il presidente di Libera Artigiani Marco Bressanelli, che nella presentazione era affiancato dal vicepresidente Cristian Tacca, da presidente dei Giovani artigiani Francesco Legi, da Agostino Provana, Samuele Vailati, Stefano Pasquini, Mauro Parati e Antonio Cella. Tutti artigiani dei diversi settori: dall’edilizia al legno, dalle vetrerie alla carpenteria fino alla meccanica, estetica, gommisti. Artigiani che hanno ribadito la difficoltà di intercettare la professionalità, di trovare giovani con adeguata manualità, al quale si aggiunge anche l’inadeguata preparazione scolastica, con scuole che utilizzano macchinari datati, inadatti per insegnare un lavoro ai ragazzi.

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