Cronaca

Amianto e mazzette,
si muove Milano:
rinnovati gli arresti

– Nella foto, il tribunale di Milano

 

Si mette in moto il tribunale di Milano dopo il passaggio nella città meneghina del filone corruzione relativo all’inchiesta, nata nel capoluogo bresciano, sull’autorizzazione per la discarica di amianto a Cappella Cantone e sul traffico illecito di rifiuti (riguardante scorie non trattate che sarebbero finite nel fondo stradale dell’autostrada in costruzione Brescia-Bergamo-Milano). Il giudice per le indagini preliminari Elisabetta Meyer, su richiesta del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del sostituto procuratore Paolo Filippini, ha rinnovato la misura della custodia cautelare per l’ex vicepresidente del consiglio regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani (dimessosi ufficialmente dal suo incarico in Regione da un paio di giorni), per l’imprenditore Pierluca Locatelli (attivo per costruire la discarica), per il funzionario di Arpa Lombardia Giuseppe Rotondaro e per la moglie di Locatelli, Orietta Rocca Pace. I primi tre, in carcere, sono stati trasferiti a San Vittore. La donna è ai domiciliari. L’accusa è di corruzione (reato che si sarebbe consumato a Milano) e parla di una mazzetta da 100mila euro data a Nicoli Cristiani (tramite Rotondaro) e di una da 10mila consegnata al funzionario dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, il tutto per l’ottenimento dell’autorizzazione per la discarica di amianto in provincia di Cremona. Nella nuova ordinanza milanese si fa inoltre riferimento a una seconda tranche di tangente. Ovvero quella descritta, nel corso dell’interrogatorio successivo all’arresto, da Locatelli, che ha parlato di altri 100mila euro promessi a Nicoli Cristiani. Mentre rimane a Brescia il troncone sul traffico illecito di rifiuti, si attende che vengano fissati gli interrogatori di garanzia davanti al gip Milano.

 

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